Vincono le schede bianche anche nella terza votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Nessun nome condiviso da centrodestra e centrosinistra ma i 114 voti a Guido Crosetto fanno trasparire i primi segnali di irrequietezza da parte dei grandi elettori appartenenti all’universo delle forze politiche minoritarie. Il numero delle schede andate al candidato di FdI supera infatti quello effettivo dei 63 grandi elettori appartenenti al partito di Giorgia Meloni. Solo undici voti in meno di quelli aggiudicatisi (125) dal più votato nella tornata di oggi: il presidente uscente Sergio Mattarella. L’ipotesi di un suo ritorno in scena torna a farsi concreta, mentre il nome di Pier Ferdinando Casini supera quota 50. Cresce anche il giurista Paolo Maddalena, sostenuto dagli ex grillini di Alternativa C’è, passato dai 39 voti di ieri ai 60 di oggi.

Fumata nera – Anche la votazione di oggi si conclude in nulla di fatto. La somma di schede bianche (412), nulle e singoli voti a vari candidati rende impossibile raggiungere il quorum di 673 voti necessario per eleggere il nuovo capo dello Stato. Da domani sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei 505 voti. Si voterà, come oggi, alle ore 11.  L’unica cosa certa per il momento è il no netto di Erico Letta al nome di Maria Elisabetta Casellati, dopo che questa mattina Matteo Salvini ne aveva ribadito la candidabilità: «Operazione assurda e incomprensibile, così salta tutto», ha twittato il leader dem dopo l’incontro con Matteo Renzi. Sfuma così l’ipotesi del blitz Casellati, immaginato da più parti nella giornata di ieri, mentre torna ad acquistare consistenza la possibilità che il nome vincente possa essere quello di Pier Ferdinando Casini. Nel M5S Giuseppe Conte ribadisce alla stampa: «Nessuno si permetta di dire che il Movimento dica no a Draghi al governo. Il Movimento dice sì a Draghi».

La mossa di FdI – Come nelle due tornate precedenti, sia centrosinistra che centrodestra hanno deciso di votare scheda bianca, al contrario dei grandi elettori di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni aveva chiesto al centrodestra di indicare compatto Carlo Nordio, ma alla risposta negativa degli alleati, dopo che i senatori non avevano risposto alla prima chiama, hanno deciso di votare l’ex deputato di Forza Italia Guido Crosetto. Per l’ex Dc i voti raccolti hanno dimostrato «la capacità del centrodestra, se volesse, di prendere voti anche fuori dal centrodestra». Risultato ribadito anche da Meloni: «Sarebbe stato interessante esercitare questa capacità unitariamente oggi», ha dichiarato la leader di FdI.

Asse Renzi-Letta – Dopo il tweet del leader dem, anche «Matteo Renzi concorda – spiegano di Iv – con Enrico Letta sulla necessità di evitare nomi che mettano a rischio la coalizione che sostiene il governo». Il riferimento, tutt’altro che velato, è all’ipotesi Casellati, sostenuta da Salvini. Questa mattina il Pd, che ha chiesto un nuovo vertice di maggioranza, ha tentato di convincere il leader della Lega a non procedere domani al voto su un candidato del solo centrodestra perché – riferiscono fonti interne al Parlamento – secondo i dem in questo modo verrebbe meno la maggioranza e il Paese potrebbe sprofondare nell’instabilità. Da parte sua Renzi smentisce le voci secondo cui i suoi sarebbero stati disposti a votare Casellati in cambio della sua elezione a presidente del Senato: «Forse sono l’uomo politico più antipatico d’Italia, ma anche chi mi odia sa che non faccio operazioni per me». Ma il centrodestra sembra restio a cedere, soprattutto FdI: «Faremo di tutto – ha dichiarato il senatore Ignazio La Russa – perché domani ci sia un nome unico del centrodestra».

Caos M5S – Mentre Conte ribadisce il sì del Movimento a Draghi al governo – e quindi il no al trasferimento dell’ex capo della Bce al Quirinale -, tra i pentastellati si rincorrono posizioni contrastanti. Nello specifico il veto a Draghi nuovo capo dello Stato contrappone Conte a Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri aveva dichiarato di non voler precludere nessuna strada, neppure quella che potrebbe portare Draghi al Colle, in nome di una maggiore convergenza possibile tra le forze politiche. D’altronde, a sbarrare la strada a questa opzione è intervenuto nel pomeriggio anche Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento ha chiamato Enrico Mentana in diretta tv per smentire le voci che riferivano di una telefonata in cui avrebbe espresso il suo sostegno alla posizione di Di Maio. Inoltre, cresce la fetta di parlamentari pentastellati che vorrebbero un Mattarella bis: «I voti al presidente sono un segnale chiaro – ha dichiarato il senatore Primo Di Nicola – sulla necessità di raggiungere un accordo tra i partiti di maggioranza per manifestare al Quirinale questa chiara volontà».

Pomeriggio di incontri per la Lega – Salvini ha convocato una riunione con i governatori alle 17,30 e con i vertici di partito alle 18. In serata il leader della Lega incontrerà i gruppi parlamentari. «Lavoro con fiducia, serietà e ottimismo. La soluzione può essere vicina», ha dichiarato Salvini.