Due morti, due bambini in condizione critiche, 38 intossicati. È questo il bilancio dell’incendio scoppiato a Reggio Emilia in un edificio di quattro piani a pochi passi dalla stazione. Una tragedia che ha avuto inizio nello scantinato e ha coinvolto tutto lo stabile, per cause ancora ignote ma forse legate all’occupazione abusiva e alle norme di sicurezza disattese.

L’incendio – Le fiamme sono divampate intorno alla mezzanotte del 10 dicembre nella cantina della palazzina in via Turri 33. Il fumo ha raggiunto rapidamente le scale del condominio intossicando le due vittime, un uomo e una donna di origine nordafricana. Due adulti e due bambine sono stati trasferiti d’urgenza negli ospedali di Milano Niguarda e Fidenza in camera iperbarica. Almeno dieci persone sono state ricoverate in codice rosso e altre quattro in codice giallo. Tra loro, due bambini di tre e sei anni, in gravissime condizioni. In totale, il bilancio degli intossicati ammonta a 38 persone. «Le operazioni di evacuazione sono state lunghe e complicate» ha detto ai microfoni di Sky Tg24 Salvatore Concolino, dei Vigili del fuoco di Reggio Emilia «proprio perché è stato impossibile utilizzare il vano scala». L’incendio è stato domato solo intorno alle 5 di mattina.

Il testimone – A dare l’allarme ai Vigili del fuoco è stato Ivan, 27 anni di origini moldave. «Ho visto la casa riempirsi di fumo, non si poteva respirare, e ho dato l’allarme» ha dichiarato, ancora sotto shock, all’uscita del palazzo, prima di aggiungere: «Ho preso uno straccio umido e me lo sono messo davanti alla bocca. Poi sono scappato per le scale. Era tutto nero, non si vedeva niente. Qui fuori ho visto i morti».

La polemica – Mentre il Comune di Reggio Emilia si sta attivando per ospitare in alberghi gli sfollati dell’edificio, la comunità marocchina cittadina si è scagliata contro la cattiva gestione politica dell’integrazione: «Si sa da anni che quelle cantine sono occupate e nessuno ha fatto nulla» ha detto Abderrahim Mouloudji, il portavoce del gruppo. Gli scantinati di via Turri 33 erano già famosi alle cronache locali per un episodio datato 14 gennaio 2018, quando la polizia aveva scoperto e sgomberato un tunisino di 35 anni che aveva trasformato una cantina in un giaciglio di fortuna. Pronta la risposta del sindaco Luca Vecchi (Pd), che esclude l’occupazione abusiva dalle possibili cause dell’incendio: «Per quanto attiene a presunte presenze nelle cantine non sono state trovate persone intossicate o decedute. Quindi non ci sono elementi per dire che ci fosse un abuso di occupazione in quel luogo».