A tre giorni dal voto, continua la corsa per conquistare gli indecisi, che in Lombardia sarebbero il 37% secondo i dati del sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera. La volata finale vede in campo tanti big: dal leghista Matteo Salvini alla presidente della Camera (e leader di Liberi e Uguali) Laura Boldrini, passando per il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e per l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. La campagna elettorale si chiude per tutti venerdì 2 marzo a mezzanotte. Unica eccezione il Movimento 5 stelle che ha anticipato l’ultimo incontro con i possibili elettori a questa sera, perché poi i candidati sono tutti attesi a Roma, in piazza del Popolo. L’appuntamento milanese per i pentastellati è alle 21 in un locale dell’ex Carroponte di Sesto San Giovanni, un tempo roccaforte della sinistra. A fianco del candidato Dario Violi ci saranno il parlamentare Vito Crimi e il consigliere regionale uscente Stefano Buffanti. Doppio appuntamento per il candidato Pd Giorgio Gori, che alle 18.30 sarà nella sua Bergamo con il ministro Martina. Da lì poi si sposterà a Milano dove è atteso per le 21 al teatro Franco Parenti. A sostenerlo ci saranno il sindaco Beppe Sala e il suo predecessore Pisapia. Il centrodestra sceglie invece l’Auditorium di Bonola, dove alle 17.30 Attilio Fontana sarà affiancato dal leader della Lega Matteo Salvini. In serata i due si sposteranno a Varese. Per i sostenitori di Liberi e Uguali l’appuntamento è all’Arci Bellezza (zona Bocconi-parco Ravizza), dove oltre al candidato presidente Onorio Rosati (sindacalista ed ex segretario della Camera del lavoro) ci saranno Laura Boldrini e il capogruppo alla Camera Francesco Laforgia.
I protagonisti della partita- I candidati alle elezioni di domenica prossima sono in tutto sette. Oltre a quelli già citati, ci sono Giulio Arrighini, ex deputato leghista e fondatore del movimento Grande Nord, Massimo Gatti, ex consigliere provinciale di Milano, candidato con la lista Sinistra per la Lombardia, e Angela De Rosa, rappresentante di Casa Pound, nonché consigliera comunale di Novate Milanese. Quella per la presidenza, però, è una sfida tra il Pd di Gori e il centrodestra, a guida leghista, di Fontana. Gli ultimi sondaggi danno in vantaggio l’ex sindaco di Varese che raggiungerebbe oltre il 41% dei consensi contro il 35% dello sfidante, penalizzato anche dal mancato sostegno di Leu, il cui candidato si attesterebbe intorno al 4%. Fuori dalla partita anche il Movimento 5 stelle che arriverebbe solo al 15%.
Fontana è considerato un leghista moderato. Il suo intervento a Radio Padania in cui ha dichiarato che «la razza bianca è a rischio», tuttavia, ha fatto vacillare questa convinzione. Dopo la gaffe (o presunta tale), il candidato della destra ha sempre cercato di abbassare i toni del dibattito. Le sue posizioni, tuttavia, sono più vicine a quelle di Salvini che a quelle del governatore uscente, Roberto Maroni, che ha recentemente disertato la manifestazione del Carroccio in piazza Duomo. Gori, dopo essere stato direttore di Canale 5 e Italia 1 e aver fondato la società di produzione televisiva Magnolia (quella dell’Isola dei Famosi), è stato uno dei primi sostenitori e consiglieri di Matteo Renzi, che ha fortemente voluto la sua candidatura prima a sindaco di Bergamo, nel 2014, e adesso a governatore della Regione.
Come si vota – Nella scheda per le regionali, a differenza che in quella per le politiche, è consentito il voto disgiunto. È quindi possibile scegliere, ad esempio, una lista di centrodestra e un candidato di centrosinistra o del Movimento 5 stelle e viceversa. Se si vota solo per il candidato, nessuna lista riceverà il voto. Il voto alla lista invece vale anche per il candidato sostenuto da quella lista. Altra differenza rispetto al voto per le politiche riguarda le preferenze, che nella scheda per le regionali si possono esprimere. Devono essere massimo due e obbligatoriamente di sesso diverso, scegliendo un uomo e una donna. I loro nomi devono essere scritti dall’elettore nell’apposito spazio. Le regionali prevedono inoltre un sistema di elezione diretta del presidente, in cui vince il candidato che prende un voto in più degli altri. Si vota solo domenica 4 marzo, i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23.