Si scalda la temperatura a Caserta in vista del vertice in Prefettura tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e altri cinque ministri del governo previsto per le 15.45 di oggi, lunedì 19 novembre. L’obiettivo è firmare il Protocollo d’intesa per “un’azione urgente nella Terra dei fuochi”, ponendo fine alle tensioni degli ultimi giorni tra i leader della maggioranza sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Il «graduale superamento degli impianti di termovalorizzazione», questa la formula presente nel contratto di governo, è la questione che tiene banco all’interno della maggioranza, con il leader della Lega che spinge per l’apertura di nuovi impianti e il ministro del Lavoro che vuole il rispetto di quanto stabilito. Il Protocollo sarà sottoscritto, tra gli altri, anche dai ministri dell’Ambiente, Sergio Costa, della Giustizia, Alfonso Bonafede, della Difesa, Elisabetta Trenta, e del Sud, Barbara Lezzi.

«A qualcuno piace il vintage» – «Parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica col telefono a gettoni. Qualcuno può essere ancora affascinato ma sempre vintage rimane». Di Maio non si è risparmiato una stoccata a Salvini da Pomigliano d’Arco, dove è andato per incontrare quattro dei cinque licenziati da Fca. Il Piano d’azione concordato sarà «il primo atto di una battaglia senza quartiere da vincere», ha dichiarato in mattinata il leader dei 5 Stelle, fiducioso che alla fine si troverà un accordo. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del leader del Carroccio: «La Lombardia non torna indietro, l’obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti».

Il Piano d’azione – Il governo prevede l’impiego di 200 militari per presidiare i 262 siti segnalati come sensibili dalla Regione Campania e la creazione di un nucleo di 100 carabinieri per investigare sulle organizzazioni che sistematicamente danno fuoco ai rifiuti, coordinati da una cabina di regia a Palazzo Chigi chiamata “Unità nazionale operativa di coordinamento”. Un ruolo chiave lo avranno le prefetture, responsabili dei “piani mirati di controllo del territorio” che coordineranno le task force di polizia e militari, e i vigili del fuoco, che monitoreranno i roghi con l’ausilio dei nuclei Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico).

Roghi e termovalorizzatori – «Negli ultimi due anni ci sono stati oltre 300 roghi, diffusi in tutta Italia e proprio recentemente sono avvenuti anche in Lombardia», sostiene Barbara Lezzi in un’intervista al Corriere della Sera per presentare il summit di Caserta. «Il tema dei roghi è un problema di ordine pubblico e non riguarda solo il Sud», continua il ministro, per cui i 13 termovalorizzatori della Lombardia «non sono un modello da seguire». In Italia gli inceneritori sono 56 in totale, distribuiti in larga parte nel centro-nord, con Emilia Romagna (9) e Toscana (8) a farla da padrona. In Campania è presente il solo impianto di Acerra che smaltisce 750mila tonnellate all’anno di rifiuti.