Roma deve trovare una nuova discarica per far fronte all’emergenza rifiuti. Solo così può evitare il commissariamento della gestione, al momento in mano ad Ama (Azienda municipale ambiente). Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre è scaduto il termine dell’ordinanza regionale che imponeva al Comune di individuare almeno un sito o un impianto «sul territorio di Roma Capitale, da destinare a operazione di smaltimento per i rifiuti solidi», si legge nel testo. La scadenza è stata superata e non è chiaro se sia emerso un sito idoneo allo smaltimento: quali saranno le conseguenze? Il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha voluto rassicurare: «Verificheremo quanti punti dell’ordinanza sono stati rispettati, ma non c’è nessun meccanismo automatico, né volontà di commissariare il Comune».

Gennaio o niente – Rassicurazioni a parte, rimane la necessità di affrettare i tempi. In teoria, per evitare il commissariamento, dopo la prima scadenza del 12 dicembre la sindaca Raggi avrebbe altri 7 giorni per rendere operativo l’impianto individuato. A patto però che questo venga trovato. Intanto il 4 dicembre è stata riaperta la discarica di Colleferro. Era stata chiusa a fine novembre per gli accertamenti della magistratura dopo la morte di un operaio, ma il pericolo di alimentare il caos rifiuti ha portato a una riapertura straordinaria per 43 giorni, che scadrà il 15 di gennaio. Oltre quel termine non varranno più proroghe: sarà commissariamento.

Reazione 5 Stelle – L’ordinanza della Regione non ha fatto piacere alla giunta pentastellata di Virginia Raggi, che addirittura aveva chiesto alla Sindaca, senza esito, di impugnarla. Il 10 dicembre in Consiglio comunale i grillini avevano ribadito la propria posizione: no a discariche d’emergenza, «disponibilità a realizzare gli impianti di trattamento e/o smaltimento solo a seguito dell’approvazione di un nuovo Piano rifiuti della Regione». Il piano con le direttive fino al 2025 è stato approvato ad agosto e prevede di arrivare per quella data al 70% di raccolta differenziata nella città di Roma: nel 2018 il dato registrato si è fermato al 42,9%, addirittura in calo rispetto rispetto al 43% di quattro anni prima. La programmazione originaria della Raggi sarebbe voluta arrivare al 65% per il 2021, un obiettivo che al momento sembra molto difficile.

Proteste – La maggior parte dei luoghi ipotizzati per la nuova discarica (o per quella già esistente da riutilizzare), anche sulla base dei «criteri di localizzazione» indicati nell’ordinanza, si concentrano nel quadrante sud della città. Tra questi Falcognana, dove c’è già un sito per la raccolta del fluff, ma qui il 30 novembre cittadini e politici hanno organizzato un sit-in di protesta contro questa ipotesi. «Lì è presente una discarica che accoglie rifiuti pericolosi», ha detto a RomaToday il presidente del Municipio IX Dario D’Innocenti, «non è pensabile farci arrivare anche quelli urbani perché siamo in pieno agro romano». Dalla decisione di Virginia Raggi di rispondere all’ordinanza di Zingaretti (e quindi indicare un sito idoneo allo smaltimento di rifiuti) dipenderà l’eventuale commissariamento.