«Mai leggere il passato con gli occhi del presente» è la premessa necessaria ad Alberto Angela per raccontare la grandezza di Cleopatra, la regina protagonista del suo libro. A un padiglione di distanza Matthew Salinger raccontava di suo padre e della sua eredità. «Quando sono andato in Cina non mi aspettavo, 70 anni dopo, che persone con un’altra cultura e altre radici apprezzassero così tanto il lavoro di mio padre. Lui aveva una grande capacità di comprensione dell’essere umano ed è riuscito a creare qualcosa in cui ritrovarsi, non importa il luogo o il tempo. La storia è una giungla ma per fortuna ogni tanto regala al mondo degli uomini capaci di guardarle attraverso».

Una regina Ellenica – «Cleopatra è tanto distante dai tempi dei faraoni quanto Carlo Magno è distante da noi, lei era greca». Appena salito sul palco della Sala Oro del Salone del Libro di Torino, Alberto Angela inizia a sfatare mito dopo mito tutto quello che il suo pubblico credeva di sapere sulla più famosa monarca d’Egitto. Dal rapporto strettissimo con Giulio Cesare passando per le guerre civili dopo la morte del grande condottiero e arrivando all’amore per Marco Antonio reso immortale anche dalla tragedia di Shakespeare. Il suo ultimo libro è frutto di una ricerca scientifica scrupolosa ma è scritto con il tono accogliente e didattico ormai marchio di fabbrica della famiglia Angela. A colpire di più il suo pubblico, rimasto in fila per quasi un’ora ad aspettarlo, è stato il racconto di come Cleopatra abbia organizzato il suo primo incontro con Antonio. In un momento cruciale della storia di Roma (le guerre che sono seguite all’assassinio di Cesare) la regina d’Egitto aveva bisogno di ammaliare l’uomo più potente dell’Oriente romano, così ha organizzato una presentazione che non avrebbe dimenticato. Prima una musica soave, poi un profumo d’incenso hanno anticipato l’arrivo di Cleopatra, che in veste di Venere che esce dalle acque (quindi lasciando poco all’immaginazione), arriva nella sua Alessandria a bordo di un vascello apparentemente governato solamente da splendenti odalische (capitano, equipaggio e soprattutto rematori erano nascosti alla vista). Alberto Angela ha dato qui il meglio di sé perché, parlando dell’impatto che ebbe il suo gesto, non ha esitato a dire che «Cleopatra ha fatto un’entrata nella storia in stile Lady Gaga; anche per questo credo che proprio Lady Gaga sarebbe il casting perfetto per il nuovo film che Hollywood vuole realizzare».

 

Divulgazione per tutti – Poco lontano da Alberto Angela, anche Cristoforo Gorno presentava il suo libro, un romanzo che nel titolo lascia già intendere la grandezza del suo protagonista: Io sono Cesare. Alla presentazione, dopo aver raccontato sia delle gesta eroiche sia delle carneficine perpetrate da uno dei condottieri più famosi della storia, l’autore ha voluto fare un’importante precisazione: «La storia ha bisogno di un metodo scientifico. Per capire se Cesare fosse epilettico come si dice, ho mandato tutte le fonti in mio possesso a un neuro scienziato per stabilire se dai suoi comportamenti fosse affetto da questa sindrome. Lo scienziato mi ha detto di no, quindi non posso dire che Cesare fosse senz’altro epilettico». Della stessa scuola di pensiero è anche un altro grande divulgatore presente al Salone del Libro: Alessandro Barbero. Il medievista piemontese ha sottolineato il grande valore della divulgazione, oggi più che mai: «La divulgazione della storia mi sembra molto più importante oggi che in passato. Una volta gli storici arricciavano il naso e la lasciavano fare ai giornalisti, che scrivevano bene, ma non la conoscevano scientificamente. Oggi la divulgazione ha ancora di più un senso perché la gente vuole sapere che nelle nostre vite allo sbando facciamo attivamente parte di una grande storia».

 

Il giovane Salinger – Cento anni fa J.D. Salinger nasceva, 58 anni fa pubblicava il suo capolavoro che da noi è arrivato con il titolo Il Giovane Holden (The Catcher in the Rye in originale) e 9 anni fa ci lasciava. Parlando di suo padre, Matthew Salinger lascia trasparire quell’emozione che ha raccontato al Guardian lo scorso febbraio «Per me non se n’è mai andato». Qui al Salone del Libro, dove si festeggia il centenario della nascita di suo padre, ha detto che «Questa occasione non è per me ma per i lettori, il materiale che mio padre ha scritto negli ultimi 50 anni è tanto e lo stiamo ordinando […] arriverà alle stampe. Per quanto mi riguarda, io sono felice di tutto il bene che viene dimostrato dalle persone sia verso mio padre sia verso di me». Anche lui guarda alla storia, consapevole delle generazioni che sono cresciute insieme a Holden Coulfield e dei grazie che ancora riceve dagli angoli più remoti del pianeta.  Gli chiedono di Donald Trump e lui dimostra di avere il machete giusto per la giungla del passato: «Nessuno poteva credere che quel genere di persona poteva essere eletta. Quando Sinclair Luis titolava il suo libro sull’America degli anni ’30 “It can’t happen here – Qui non può succedere” si sbagliava. Può avvenire ovunque, è un lato sgradevole della natura umano».