Si inasprisce lo scontro sulla sanità pubblica dopo la firma, mercoledì 23 ottobre, della legge di bilancio da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I 144 articoli del testo passeranno ora al vaglio della Camera dei deputati come primo passo dell’iter parlamentare. La legge, approvata la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, ha prontamente suscitato reazioni avverse di sindacati e operatori del sistema sanitario nazionale. È stato confermato lo sciopero generale della categoria, programmato per mercoledì 20 novembre e proclamato dai sindacati medici Anaao e Cimo-Fesmed, insieme al sindacato degli infermieri Nursing Up. Le sigle hanno definito «deludente» il testo della manovra, rilevando l’assenza di riferimenti al piano di assunzioni.

Le misure in programma – Sono venti gli articoli nella manovra a coprire la sanità. Nel testo spiccano gli aumenti dell’indennità per i lavoratori dei pronto soccorso e dell’indennità di specificità per tutti i sanitari, oltre agli incentivi per i giovani medici. Il testo propone l’istituzione di “premialità” per le regioni più efficienti nella riduzione delle liste d’attesa, stanziando per questo obiettivo 50 milioni nel 2025 e 100 milioni negli anni successivi. Ulteriori investimenti sono previsti inoltre per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, per il finanziamento del piano pandemico e per l’aggiornamento del tariffario delle prestazioni ospedaliere. Le spese per la sanità ammonterebbero così a 1,302 miliardi, prevedendo un aumento progressivo dei fondi fino al 2030.

La reazione dei sindacati – Dopo che il testo della manovra è stato reso noto, lo scontro sulla sanità si è ulteriormente inasprito. Il governo aveva dichiarato come priorità quella dell’aumento delle retribuzioni e delle assunzioni, promessa non mantenuta secondo i sindacati. «Il testo della Legge di Bilancio per il 2025 conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi», hanno commentato le sigle annunciando lo sciopero. Sono stati bocciati come «briciole» gli aumenti di indennità di specificità previsti per l’intera categoria, osservando che si tradurrebbero nel 2025 in appena 14 euro in più per i medici, 17 euro per i dirigenti e 7 per gli infermieri. Nel testo, inoltre, non c’è traccia del maxi-piano di assunzioni per 30mila operatori e medici, ma solo una nota sulla quota riservata ai rinnovi contrattuali in programma dal 2028. Una fonte ministeriale ha però precisato all’Ansa che il piano di assunzioni si farà: la programmazione da parte delle regioni verrà stabilità l’anno prossimo, e tutto avrà inizio nel 2026.

Bufera sulla manovra – Critiche sono arrivate anche dal segretario della Cgil Maurizio Landini che ha parlato di una «scelta che non ha precedenti», riferendosi al mancato confronto con le parti sociali per la stesura della manovra, definita «un vero e proprio festival dei tagli». Elly Schlein, segretaria del Pd, ha parlato di una «batosta clamorosa per il servizio sanitario nazionale», mentre Avs ha definito «perversa» la legge di bilancio. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha bollato le misure «un’elemosina senza pudore».