«No, vabbè, pazzesco…Non ci sto, tipo, credendo». Non riesce a rendersi conto Mahmood di aver davvero vinto il festival di Sanremo. Nella pioggia di migliaia di coriandoli bianchi sul palco dell’Ariston, il labiale da ventiseienne felice davanti a milioni di persone che lo guardano in tv non lascia dubbi sulla sua gioia stupefatta mentre Claudio Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele gli consegnano il primo premio. Tra il favorito Ultimo e l’inatteso (e fischiato) Il Volo è dunque spuntato un outsider che si porta a casa il trofeo della sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo con la sua Soldi. E sarà lui a rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest. Arrivato a gareggiare tra i “big” dopo aver vinto la seconda puntata del nuovo format Sanremo Giovani con il brano Gioventù Bruciata lo scorso dicembre, il cantante italo-egiziano è cresciuto serata dopo serata e si è imposto da outsider. «Sto impazzendo, per me è una figata», ha detto poi a caldo in sala stampa Mahmood ringraziando gli autori-produttori della canzone, Dardust e il punto di riferimento della scena trap italiana Charlie Charles, ma soprattutto la madre.

Salvini cinguetta – La notizia della vittoria dell’outsider di padre egiziano («Sono italiano italiano al 100%», ci ha tenuto a sottolineare) è immediatamente rimbalzata sui social, a dimostrazione che questa edizione del festival è stata quella della condivisione. E tra i vari cinguettii è arrivato anche quello di Matteo Salvini. A proclamazione di Mahmood avvenuta, il ministro dell’Interno, deluso per il risultato, ha twittato: «#Mahmood… mah… La canzone italiana più bella?!? Io avrei scelto #Ultimo, voi che dite??». Insomma, Salvini l’ha un po’ buttata in politica. Molti i like (4.495 mentre scriviamo) e i commenti (5.197), non pochi dei quali non proprio gentili.

Gli inizi – Proprio con la madre, sarda di Orosei, è cresciuto dopo che il padre li ha abbandonati quando lui aveva sei anni. Alessandro Mahmoud, questo il suo vero nome, è nato a Milano nel 1992. «Sono italiano al 100 per cento», ha ribadito ancora una volta dopo la vittoria scansando subito lo scomodo argomento immigrazione: «Non mi sento coinvolto dalle polemiche». Inizia a studiare musica da piccolissimo. La prima esperienza di rilievo arriva nel 2012 a X Factor, dove resta in gara fino alla terza puntata (entrando però alla seconda). Nel 2016 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo, Sezione Giovani, con la canzone Dimentica. A settembre 2018 pubblica il suo primo EP Gioventù Bruciata.

Il lavoro come autore – Parallelamente alla carriera di cantante, Mahmood porta avanti anche quella di autore per altri artisti. Le prime collaborazioni di spessore arrivano nel 2017 quando scrive e duetta con Fabri Fibra nel brano Luna e collabora con Michele Bravi per “Presi Male”. Per Bravi torna a scrivere nel 2018 quando insieme a Dario Faini realizza la hit Nero Bali cantata dall’artista umbro con Elodie. Recentemente ha scritto, insieme ad altri autori, alcuni pezzi del nuovo album di Marco Mengoni Atlantico, tra cui Hola (I Say). Proprio al cantante di Ronciglione è stato più volte accostato durante l’avventura a X Factor per il suo modo di cantare. Tra le recenti collaborazioni c’è anche quella con Guè Pequeno in Doppio Whisky.

«Marocco Pop» – «Sono fan della musica moderna, ascolto dalla musica trap a quella moderna, il rap, il cantautorato. Non so se appartengo a questo genere, ma ho influenze miste che arrivano anche da quando ero bambino, periodo in cui ho ascoltato tantissima musica araba», ha detto in conferenza stampa. C’è un’espressione particolare con la quale descrive il suo stile: «Ogni volta che mi chiedono che genere fai io dico Marocco Pop».

I delusi – Tanti gli artisti dati per favoriti superati da Mahmood nelle preferenze. Oltre Ultimo, amareggiato e molto nervoso in sala stampa, dove non ha esitato a rispondere a tono ad alcuni giornalisti, ci sono Achille Lauro, l’acclamatissima Loredana Bertè e Simone Cristicchi, che si aggiudica il Premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione e il Premio “Sergio Endrigo” per la miglior interpretazione. Daniele Silvestri si consola invece con il Premio della Critica Mia Martini, il Premio della sala stampa Lucio Dalla e il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo.