«Una scelta in controtendenza per ribadire la centralità del latino nelle radici della cultura europea», la definisce il rettore dell’Università Statale Elio Franzini: alcuni esami torneranno a essere obbligatori per due corsi di laurea di Studi Umanistici (ex Lettere e Filosofia) del suo ateneo. Le matricole che si iscriveranno a Storia e a Scienze dei Beni Culturali nell’anno accademico 2021/2022 dovranno sostenere rispettivamente “Istituzioni di Latino” (pari a 6 Crediti Formativi Universitari, Cfu) e “Letteratura Latina” (9 Cfu), presenti nei nuovi piani di studio. Per consentire a tutti di svolgere gli esami, lo Slam (il centro linguistico d’ateneo) erogherà i corsi “Latino Zero” che potranno essere seguiti gratuitamente.
Lingua Vivax – I corsi offerti dallo Slam (il centro linguistico d’ateneo) permetteranno a chi li segue di ottenere una padronanza della lingua latina pari al livello A1 del Quadro comune di riferimento per le lingue europee. Benché l’A1 sia il livello base (chi possiede un A1 in inglese è in grado «di capire e usare normali frasi quotidiane e di esprimersi a sufficienza per esaudire bisogni di tipo concreto») è rivoluzionario che il latino sia considerato al pari delle lingue vive. I corsi sono erogati dallo stesso centro che fornisce l’insegnamento di lingua straniera con insegnanti madrelingua. Per i più esperti, invece, sarà possibile frequentare le lezioni avanzate, che daranno competenze fino al livello B2 (pari al certificato “First” di inglese, comunemente rilasciato a chi esce dalle scuole superiori). Per via del Covid, “Latino Zero” si terrà in modalità mista per un totale di 60 ore (35 con un esercitatore in didattica a distanza e 25 di esercizi autonomi da svolgere su una piattaforma digitale)
Il dibattito – «C’è stato un dibattito prima con i rappresentanti, poi con il Consiglio di Dipartimento per comunicare una decisione che, in realtà era già stata presa. Il corpo docente era compatto sulla scelta, che in realtà era già stata presa. Solo poche le voci contrarie», spiega Elena Puncioni della lista Obiettivo Studenti che ha seguito la vicenda durante il suo mandato, ora giunto al termine, di portavoce degli studenti di Storia. «Il latino è una materia indispensabile. Anche per chi studia nel curriculum di contemporanea, alcuni esami obbligatori come storia medievale e romana lo richiedono. Inoltre, il problema della triennale e della magistrale in Storia è che non ci danno la possibilità di ottenere i crediti necessari per le classi di insegnamento come A22 (italiano, storia e geografia alla medie ndr). L’esame di latino velocizza un po’ l’acquisizione di quei Cfu», prosegue Puncioni, che così motiva la scelta favorevole al voto. Dunque gli aspiranti insegnanti delle scuole superiori trarranno vantaggio da questo esame. Anche la scelta di non avere un esame di Letteratura Latina vera e propria come a Lettere e Beni Culturali, ma di “Istituzioni”, sarebbe un’agevolazione per gli studenti. Gran parte di loro non proviene da un liceo e questo esame prevede un’approccio basilare alla disciplina.