Sette le vittime accertate e ritrovate dai vigili del fuoco, due le persone disperse e in cento gli abitanti costretti ad abbandonare la propria casa. E’ questo il bilancio della strage di Ravanusa, due giorni dopo l’esplosione che ha distrutto quattro edifici nel centro del paese in provincia di Agrigento. Nelle ultime ore, i soccorritori hanno estratto altri quattro corpi, sotto un cumulo di calcinacci e pezzi di ferro in quello che era il terzo piano di un edificio. Tra loro sono stati identificati Selene Pagliarello, infermiera di 30 anni, e il marito Giuseppe Carmina, operaio. La coppia aspettava il primo figlio che sarebbe dovuto nela settimana del 20 dicembre. Il terzo cadavere appartiene al padre di Giuseppe, Angelo. Non è stata ancora determinata con certezza l’identità del quarto. Il timore è che sia quello di Carmela Sciabetta, 60 anni e sposata a Pietro, altro membro della famiglia Carmina ritrovato ieri. Intanto, i vigili del fuoco continuano le ricerche di altre due persone: Calogero e Giuseppe Carmina, 33 anni, omonimo del primo. Nei prossimi giorni gli inquirenti acquisiranno le carte per accertare le cause del disastro che ha coinvolto un area di circa 10mila metri quadri intorno a Via Trilussa. Tuttavia sembra tramontare l’ipotesi di un mancato intervento di manutenzione. Una nota dei Carabinieri di Ravanusa fa sapere che l’impianto del gas da cui è partito lo scoppio avrebbe ricevuto regolare assistenza cinque giorni prima del fatto.

Come a Beirut – Alle 20:48 di sabato 11 dicembre un’esplosione, quasi sicuramente dovuta a una fuga di metano, travolge quattro edifici e ne danneggia altrettanti a Ravanusa. Una “vampata viola” inghiotte undici persone, quasi tutte appartenenti alla famiglia Carmina. «E’ come a Beriut dopo un attentato». Così il capo della Protezione Civile Regionale Salvo Cocina ha descritto la scena apparsa agli occhi dei primi soccorritori. Già in tarda serata, i vigili del fuoco avevano soccorso Rosa Carmina e Giuseppina Montana, per ora le uniche due persone estratte ancora vive dalle macerie. I danni provocati al quartiere hanno costretto un centinaio di persone ad abbandonare le abitazioni. Non è ancora chiaro cosa ne sarà di loro.

Selene e Giuseppe –  Selene Pagliarello, 30 anni, e il neo marito Giuseppe Carmina si erano sposati lo scorso 10 aprile. Selene aveva interrotto il suo lavoro di infermiera per entrare in maternità. La nascita del loro primo figlio era imminente. I due non abitavano in Via Trilussa. Erano andati lì per un saluto alla famiglia di Giuseppe,  che abitava negli edifici coinvolti dallo scoppio. Nel disastro hanno perso la vita anche i genitori di Giuseppe, Angelo e Maria Crescenza, e i loro parenti: Pietro Carmina e Gioacchina Minacori, ritrovati il 12 dicembre. C’è ancora apprensione per Carmela Sciabetta, 60 anni: ulteriori accertamenti stabiliranno se l’ultimo corpo ritrovato il 13 dicembre è il suo.

Si apre l’inchiesta – I vigili del fuoco informano che la priorità è quella di estrarre tutte le persone dalle macerie. I soccorsi non si fermeranno prima di avere raggiunto questo obiettivo. Solo in seguito si potranno rimuovere i calcinacci e i detriti. Questo permetterà di avviare le indagini e accertare eventuali responsabilità. Tra le ipotesi rimane quella di un guasto alle tubature del metano, dovuto ai movimenti sismici in un area a rischio idrogeologico come l’Agrigentino. Secondo i carabinieri l’ultimo intervento alla rete del gas sarebbe stato effettuato pochi giorni prima dello scoppio e non sarebbero state rilevate criticità nell’impianto. Tuttavia le forze dell’ordine dovranno esaminare il verbale dell’attività per accertarsene.