Dieci anni sono passati dalla notte del 29 giugno 2009, quando un treno si incendiò presso la stazione di Viareggio, causando 32 morti. Oggi, giovedì 20 giugno, è arrivata la sentenza d’appello, oltre due anni dopo la fine del processo di primo grado. Confermata la condanna a 7 anni di reclusione per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rfi, imputato di disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e incendio. La Corte d’Appello di Firenze ha condannato anche Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia) a 6 anni con le accuse di omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario.
La condanna a Moretti – La procura fiorentina aveva chiesto pene ben più aspre di quelle inflitte dal Tribunale di Lucca lo scorso 31 gennaio 2017 con la sentenza di primo grado. Più che raddoppiata era la richiesta di pena per Mauro Moretti, raffigurato come detenuto in uno degli striscioni esposti fuori dalla Corte. Nel 2017 era stato condannato a 7 anni, stessa pena inflitta oggi dai giudici di Firenze. I procuratori del processo d’appello avevano chiesto la reclusione di 15 anni e 6 mesi, tenendo conto anche del suo ruolo di amministratore delegato di Fs, veste in cui fu invece assolto dai giudici di Lucca. Sulla quantità della pena per Moretti, non presente in aula, ha influito anche la prescrizione per i reati di incendio e di lesioni colpose, nonostante lo stesso avesse esplicitamente rinunciato ad avvalersene. Lo scorso febbraio aveva infatti dichiarato: «Rinuncio alla prescrizione non tanto per polemica alla discussione ma per rispetto alle vittime, ai familiari delle vittime e al loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente». Moretti è stato anche condannato al risarcimento di 400.000 euro ai famigliari delle vittime.
Condanne e assoluzioni di altri dirigenti – A sei anni di reclusione sono stati condannati anche Michele Mario Elia, secondo ad di Rfi ai tempi della strage, e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia), nonostante la procura di Firenze avesse chiesto la reclusione di 14 anni e 6 mesi per il primo e 7 anni e 6 mesi per il secondo. Assolto «perché il fatto non sussiste» invece Giulio Margarita, attuale dirigente dell’Agenzia Ansf, nel 2009 manager della direzione tecnica di Rfi, condannato in primo grado a 6 anni. Assolti in appello altri dirigenti e tecnici di Rfi che erano stati condannati dal tribunale di Lucca: Giovanni Costa, Alvaro Fumi, Enzo Marzilli. Per quanto riguarda le società coinvolte, oltre a Trenitalia e Rfi, sono confermate le sanzioni, con riduzione a 400.000 euro, per Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania e Jugenthal Waggon. Queste sono società austriache e tedesche che avevano in appalto la gestione della manutenzione ai convogli. Nessuna pena come in primo grado per Fs spa, Fs Logistica e Cima Riparazioni spa.
La strage – Nella notte del 29 giugno 2009 un treno partito da Trecate e diretto a Gricignano, composto da 14 carri merci pieni di gpl, deragliò vicino alla stazione della località balneare della Versilia, all’altezza di via Ponchielli. La frattura di un assile, un fusto di acciaio che collega due ruote sotto a una cisterna, causò la fuoriuscita dei gas mentre il treno era ancora in corsa a 90 km/h. L’esplosione causò un incendio che uccise 32 persone: le fiamme le avvolsero mentre erano nelle loro case e per strada.
«Fatta giustizia ma il dolore resta» – Il sindaco di Viareggio, Giorgio del Ghingaro, ha affermato che «è stata fatta giustizia ma il dolore resta. Oggi si chiude un capitolo, almeno in parte, perché immagino ci sarà la Cassazione». Claudio Menichetti, padre di Emanuela, ragazza di 21 anni morta bruciata nell’esplosione, ha invece dichiarato che «Siamo arrivati a un buon giudizio, finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza».
Il ricordo di Viareggio – Viareggio continua a ricordare la sua notte più buia. Tutte sold out le sei date di 32- A Beautiful thing, spettacolo teatrale in memoria della strage, scritto e diretto da Ilaria Lonigro e Davide Moretti e andato in scena al teatro Jenco della cittadina toscana. I 60 attori, tutti tra i 6 e i 23 anni, ogni notte hanno interpretato alternandosi gli oltre 100 personaggi coinvolti nella vicenda: Daniela Rombi, Marco Piagentini, che nella tragedia ha perso la moglie e le due figli, i capi e gli operai delle aziende ferroviarie e anche Giorgio Napolitano, ai tempi presidente della Repubblica. Sulla barriera paraurti che separa via Ponchielli dai binari della ferrovia, costruita dopo l’incidente, sono intanto iniziate da qualche giorno le decorazioni con graffiti e murales in ricordo delle vittime.