La guardia costiera americana capitanata da Jamie Frederick non è ancora riuscita a localizzare il Titan, il sommergibile turistico con a bordo cinque passeggeri che dalla mattina di domenica 18 giugno risulta disperso mentre tentava di arrivare in prossimità del relitto del Titanic. Nel tardo pomeriggio del 22 giugno (ora italiana) la stessa guardia costiera ha comunicato di avere individuato alcuni rottami sul fondo, senza speciìficare se essi apparttengano al Titan e se si trovino in prossimità del relitto del transatlantico affondato nel 1912. Secondo tutte le stime diffuse finora, comunque, ormai l’aria a bordo del piccolo sommergibile dovrebbe essere esaurita
L’imbarcazione si era immersa nell’Oceano Atlantico per condurre un’esplorazione privata del relitto del Titanic colato a picco al largo di Terranova. Da allora il Titan risulta disperso insieme a tutto l’equipaggio, composto dall’uomo d’affari britannico Hamish Harding (58 anni), dal maltese Shahzada Dawood (48) accompagnato dal figlio Suleman (19), dall’ex capitano della Marina francese Paul-Henri Nargeolet (77) e dallo statunitense Stockton Rush (61), fondatore di OceanGate, l’azienda che ha fabbricato lo stesso sommergibile.
I mezzi di soccorso impiegati in quella che appare una disperata corsa contro il tempo sono differenti. Per la perlustrazione sono decollati gli aerei americani e canadesi Lockheed C-130, Lockheed P-3 e Boeing P-8, che hanno perlustrato 24mila chilometri quadrati. In mare le navi continuano a emettere suoni subacquei con il sonar (dall’inglese «sound navigation and ranging») e comandare da remoto robot sottomarini capaci di immergersi fino a 3mila metri (i cosiddetti «ROV», acronimo di remotely operated vechicles).
La principale difficoltà delle ricerche, concentrate in prossimità dell’aera in cui è affondato il Titanic, è rappresentata dalla vastità dello spazio da ispezionare.

 

Le ricerche da parte della Guardia Costiera statunitense continuano ma l’ossigeno all’interno del sommergibile si è esaurito alle ore 12 italiane del 22 giugno. La Marina americana fa sapere che i suoni ascoltati a inizio settimana erano solo “rumori di fondo dell’oceano”.