«Tre anni di resistenza. Tre anni di gratitudine. Tre anni di assoluto eroismo degli ucraini. Sono fiero dell’Ucraina!», ha scritto il presidente Volodymyr Zelensky in un post su X. Il 24 febbraio di tre anni fa iniziava il conflitto che ancora oggi fa discutere tutto il mondo. In occasione del terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, a Kiev sono presenti diversi capi di Stato europei, il premier canadese Justin Trudeau, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Non appena arrivata, von der Leyen ha riconfermato il sostegno dell’Unione europea all’Ucraina e ha annunciato che entro marzo arriverà un nuovo pacchetto di aiuti da 3,5 miliardi di euro. «L’Ue deve accelerare l’invio di munizioni e armi – ha detto – questo sarà il cuore del nostro lavoro nelle prossime settimane».
Three years of resistance. Three years of gratitude. Three years of absolute heroism of Ukrainians. I am proud of Ukraine! I thank everyone who defends and supports it. Everyone who works for Ukraine. And may the memory of all those who gave their lives for our state and people… pic.twitter.com/HeNMpJX891
— Volodymyr Zelenskyy / ????????? ?????????? (@ZelenskyyUa) February 24, 2025
La pace – Proseguono parallelamente le discussioni per porre fine alla guerra. Mentre le idee di Stati Uniti e Russia sembrano sempre più seguire la stessa direzione – trovare un punto di incontro tra loro, di fatto escludendo dalle trattative sia l’Ucraina sia L’Ue – Zelensky ha chiesto pubblicamente un colloquio con il presidente americano Donald Trump: «Dobbiamo incontrarci e parlarne – ha dichiarato – Penso che questo incontro dovrebbe essere equo, il che significa organizzarlo prima che Trump incontri Putin». Il presidente ucraino si è espresso così nella giornata del 23 febbraio, davanti a centinaia di giornalisti. Nella stessa occasione, ha anche detto di essere pronto a farsi da parte in cambio della garanzia di sicurezza e pace per il presente e il futuro del suo Paese. «Se si arrivasse alla pace per l’Ucraina, se proprio si vuole che io me ne vada, allora sono pronto a farlo in cambio all’adesione dell’Ucraina alla Nato», ha detto, ribadendo l’importanza di una forza militare unitaria europea.
L’appello per la pace si è ripetuto nel corso del vertice di Kiev, con il presidente ucraino che ha proposto lo «scambio di tutti i prigionieri» come primo passo verso un accordo «reale e duraturo». La risposta russa è arrivata dalle parole del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che ha dichiarato all’agenzia Ria Novosti che «La Russia non vuole un cessate il fuoco immediato lungo l’attuale linea del fronte in Ucraina per discutere in seguito le condizioni di pace», aggiungendo che per negoziare è prima necessaria una «clausola ferrea» che garantisca l’esclusione dell’Ucraina dalla Nato.
La guerra – Alle risposte ufficiali se ne aggiungono però altre, sul campo. Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, la Russia avrebbe colpito l’Ucraina con «il più grande attacco coi droni dall’inizio della guerra», ha riportato Zelensky. Secondo i media ucraini, sarebbero 185 i droni lanciati verso varie regioni del Paese, ma di questi 184 non avrebbero raggiunto i loro obiettivi. In particolare, nell’area di Odessa sono state attaccate le infrastrutture portuali. Anche nella mattina del 24 febbraio, in occasione del vertice a Kiev, l’aeronautica ucraina ha lanciato l’allerta aerea «a livello nazionale a causa della minaccia di un attacco missilistico russo», riporta Ansa.