«Ho sempre avuto un buon rapporto con Putin, ma gli è successo qualcosa. È completamente impazzito! Sta uccidendo moltissime persone, missili e droni vengono lanciati contro le città ucraine senza motivo». Le parole del presidente americano Donald Trump sul suo social Truth, arrivano dopo un fine settimana in cui c’è stato il peggiore attacco russo sull’Ucraina dall’inizio del conflitto: almeno 25 le vittime, tra cui anche due bambini, e decine i feriti.

Ambiguità americana – Era arrivata in breve tempo la reazione dell’inviato Usa per l’Ucraina, Keith Kellogg, ai raid russi: Kellogg aveva indicato gli attacchi come una violazione dei protocolli di pace di Ginevra del 1977 e sollecitato la tregua. Poi, sono arrivate le dichiarazioni del tycoon, che ha lanciato un avvertimento al leader russo: «Ho sempre detto che voleva tutta l’Ucraina, non solo una parte, ma se lo fa causerà la caduta della Russia». Trump, che ancora non ha preso provvedimenti pratici nei confronti della Russia, ha aperto alla possibilità di sanzioni nei confronti del Cremlino. Non ha risparmiato però dalle critiche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Tutto quello che esce dalla sua bocca crea problemi, è meglio che smetta». Da parte sua, Zelensky ha ribadito su Telegram: «Solo un senso di totale impunità può consentire alla Russia di infliggere simili colpi. Putin dimostra così quanto disprezzi un mondo che si impegna nel dialogo».
Le reazioni internazionali – Sono arrivate anche le reazioni da parte dell’Unione europea. L’Alta rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue Kaja Kallas ha scritto sul suo profilo X: «Serve massima pressione internazionale». Dello stesso avviso il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, che ha considerato l’ultimo attacco russo come un affronto a tutte le parti, compresi gli Stati Uniti, che stanno lavorando al livello diplomatico. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha commentato la posizione del presidente americano: «Trump stanotte è stato fermo verso Putin, la Russia l’ha sempre detto che non chiuderà mai un accordo in tempi brevissimi, ha un milione di soldati che combattano ed è difficile marcia indietro repentina. Intanto cercano il maggior spazio possibile, noi continueremo a dare mano forte a Kiev, è una questione di principio, non si può violare il diritto internazionale ma sono certo che l’Ue e Usa troveranno un accordo per una soluzione che non sia la disfatta dell’Ucraina civile».
La diplomazia – Sul fronte dei negoziati, non ci sono state novità dopo il rifiuto da parte del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov rispetto alla possibilità di un round di colloqui al Vaticano. Domenica 25 maggio si è registrato però un secondo di prigionieri: circa duemila (mille per parte), come era stato stabilito nel primo round di colloqui a Istanbul.




