Un allarme antiaereo ha svegliato i cittadini di Kiev nelle prime ore della mattina del 19 gennaio. L’allerta è stata dichiarata alle 10:30 ora locale ed è terminata alle 12:30, come ha reso noto il capo dell’amministrazione militare di Leopoli, Maksym, un segnale che la dirigenza ucraina si aspetta un aumento del livello di scontro all’indomani dell’incidente aereo che ha provocato la morte del miinistro degli Interni Denys Monastyrskyi. Dell’elicottero precipitato nei pressi di un asilo a Brovary, vicino a Kiev, restano soltanto lamiere annerite. Sono 14 le vittime dello schianto, tra cui un bambino: oltre al ministro sono morti il vice Yevhen Yenin e il segretario del Ministero degli interni, Yuriy Lubkovich. Sedici feriti, sei dei quali sono bambini, rimangono tuttora ricoverati negli ospedali. Da Washington, intanto, è in arrivo uno dei pacchetti di aiuti più consistenti annunciati dall’inizio della guerra che, stando a quanto riporta la Cnn, ha un valore complessivo di circa 2,5 miliardi di dollari.

Gli aiuti–  Il pacchetto di misure, che potrebbe essere finalizzato entro la fine della settimana, includerà per la prima volta i veicoli da combattimento Stryker. Nella lista anche mezzi corazzati da combattimento Bradley, i Mrap, veicoli blindati progettati per resistere agli ordigni esplosivi improvvisati e alle imboscate. Gli alleati della Nato, in settimana, discuteranno della nuova tranche di sostegno militare a Kiev e probabilmente si premerà affinché Berlino conceda il via libera all’esportazione dei carri armati Leopard ai partner che intendono inviarli all’Ucraina. La Germania pare avere ancora riserve perchè preferirebbe attendere che siano gli Stati Uniti i primi a inviare i loro carri armati. Il sottosegretario alla Difesa Usa, Colin Kahl, come riporta Nbc News, per tutta risposta, ha affermato che Washington non è ancora pronta a fornire i carri armati a Kiev, spiegando che alcuni sistemi non sono utili se sono di difficile manutenzione o se è complesso addestrare le truppe a usarli.

La posizione polacca – Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha comunque già fatto sapere che la Polonia potrebbe consegnare i Leopard anche senza l’autorizzazione di Berlino. «O raggiungeremo un’intesa in modo veloce, o faremo da soli la cosa giusta», ha detto il premier rispondendo a una intervista televisiva, secondo quanto riporta la agenzia PAP. Londra ha annunciato che fornirà 14 carri armati Challenger 2 e 30 AS90, pezzi d’artiglieria semoventi corazzati. Sostegno rapido all’Ucraina anche da parte della Svezia. Il premier svedese Ulf Kristersson ha dichiarato che sono pronti sistemi di artiglieria a lungo raggio Archer. Dall’Europa arriva anche l’appoggio del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, volato a Kiev per discutere delle nuove misure con il Presidente Volodymyr Zelensky. Michel ha postato su twitter la foto di un abbraccio con Olga Stefanishyna, vice primo ministro per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina.

La reazione russa– Immediata la reazione del Cremlino al nuovo pacchetto di aiuti per Kiev. «Le forniture di nuovi armamenti all’Ucraina da parte dell’Occidente possono portare il conflitto ad un nuovo livello», ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Prima Zelensky mostrerà la volontà di tenere conto delle richieste della Russia, prima tutto sarà finito», ha aggiunto..

Botta e risposta – Il premier ucraino Zelensky, in collegamento video con il World Economic Forum di Davos, ha addirittura espresso dubbi circa il fatto che Putin sia ancora vivo . «Non capisco bene con chi parlare e di cosa. Non sono sicuro che il presidente della Russia sia lui proprio lui. Non capisco bene se sia vivo e chi prenda le decisioni», ha detto il leader ucraino, aggiungendo di non comprendere nemmeno «con chi abbiamo a che fare. Quando diciamo “colloqui di pace”, non capisco bene con chi dovremmo farli».
«Il presidente russo Vladimir Putin è vivo, così come la Russia intera. E il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe rendersene conto, rapidamente», ha risposto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «É chiaro che Zelensky preferirebbe che né Putin, né la Russia esistessero», ha affermato Peskov «ma prima se ne rende conto, prima l’Ucraina si rende conto che la Russia e Putin esistono ed esisteranno, e che prima o poi dovranno rinunciare a tutto ciò che è russo, meglio sarà per un paese come l’Ucraina».