«Assistiamo a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione Europea». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si esprime alla Farnesina con queste parole, in occasione della XVIII Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia nel mondo. Il Capo dello Stato ha sottolineato quanto, nell’attuale contesto geopolitico internazionale, la verità sull’Unione venga ripetutamente distorta e l’Ue venga presentata «anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e i diritti dei popoli, come una organizzazione oppressiva se non addirittura nemica della libertà». Mattarella ha poi denunciato un altro rischio per la stabilità delle democrazie europee, puntando il dito contro «pericolose attività di disinformazione» messe in atto da «inediti ma opachi centri di potere»  che tendono ad accreditare «una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici».

Relazioni internazionali – Mattarella ha poi parlato di un altro pericolo, quello della «frammentazione che si insinua nelle relazioni internazionali – e persino nel mondo occidentale – con la ripresa di un metodo di ostilità che misura i rapporti internazionali su uno schema a somma zero: se qualcuno ci guadagna significa che qualcuno ci perde». In altre parole, il contrario dello schema adoperato con successo nei decenni di sviluppo della cooperazione internazionale precedente, «in cui è stato possibile puntare a progredire e ottenere, tutti insieme, risultati positivi». Il quadro generale è dunque di quello di una «situazione internazionale imprevedibile» che provoca disorientamento. L’ordine geopolitico che l’Italia aveva contribuito a costruire mostra «crepe sempre più estese e profonde, con conflitti che credevamo consegnati per sempre alla storia riacutizzati».

Democrazie fragili – «È evidente che è in atto un’operazione, diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori. Non è possibile distrarsi e non sono consentiti errori», ha continuato il capo di Stato. Una situazione di instabilità che ha descritto come epoca di transizione”, uno scenario irto di pericoli «che dobbiamo saper tempestivamente riconoscere: a stagliarsi all’orizzonte c’è il rischio di un generale arretramento della civiltà». Un pericolo che conosce un potente antidoto: la legalità internazionale, definita da Mattarella «un bene comune efficace nel contrastarlo». Il mantenimento della pace richiede l’impegno quotidiano da parte degli Stati, un impegno che vada nella direzione non solo dei calcoli strategici e degli equilibri di potenza, ma che si basi anche sull’«aspirazione al superamento dei divari economici ed educativi, la cooperazione e l’interdipendenza tra i popoli».

L’importanza della diplomazia – Il presidente della Repubblica Mattarella si è poi rivolto al pubblico di ambasciatrici e di ambasciatori con queste parole: «Oggi, forse ancor più che nel recente passato, è indispensabile disporre di una diplomazia, competente e ben formata», capace di colmare quello che il capo di Stato ha definito «il preoccupante deficit di fiducia reciproca tra gli Stati che si va accumulando in seno alla Comunità internazionale» e che riaffermi «i principi irrinunciabili della legalità internazionale».