«Mi ricordo bene l’inizio della pandemia. L’Italia aveva ragione, l’Europa doveva intervenire ed è ciò che abbiamo fatto», ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2021. La conferenza ha avuto luogo nella mattinata di giovedì 6 maggio all’Istituto universitario europeo di Firenze. Nel suo intervento Von der Leyen ha sottolineato il successo della campagna di vaccinazione dell’Unione e l’importanza della collaborazione internazionale per sconfiggere la pandemia.

Campagna vaccinale – «La nostra campagna di vaccinazione è un successo», ha esultato Ursula Von der Leyen. Le dosi distribuite in Europa sono 200 milioni, «abbastanza per coprire almeno la metà della popolazione adulta almeno una volta». La presidente della Commissione non ha rinunciato a lanciare una provocazione nei confronti di Russia e Cina, sottolineando come i due Stati «non si avvicinino minimamente» a questi numeri. Secondo Von der Leyen è di vitale importanza muoversi partendo «da soluzioni ad hoc sulla pandemia fino a un sistema che funzioni per tutto» e per farlo è necessario un grande sforzo di cooperazione internazionale. Il 21 maggio parteciperà con il primo ministro italiano Mario Draghi al vertice sulla Salute previsto a Roma: lì, ha detto, inizierà «Il nostro Rinascimento».

Brevetti – L’Unione Europea è pronta a discutere la proposta degli Stati Uniti d’America su una possibile deroga alla protezione della proprietà intellettuale dei brevetti per i vaccini anti-Covid. Per Von der Leyen il vero successo del nostro Continente è stato quello di rimanere aperta al mondo e non tenere per sé la produzione di vaccini: «L’Europa è l’unica regione a esportare su larga scala», ha sottolineato. L’Ue al momento distribuisce dosi a più di 90 Paesi nel mondo, tra cui Canada, Regno Unito, Giappone, Singapore, Messico e Colombia. «Dobbiamo affrontare questa crisi in modo efficace e pragmatico – ha proseguito Von der Leyen – e una sospensione temporanea su tali brevetti potrebbe aiutare a raggiungere quest’obbiettivo».

Firenze e Don Milani – «Firenze è la città del Rinascimento, dove tutto è iniziato e la storia d’Europa è una storia di rinascite». Von der Leyen ha deciso di aprire così il suo intervento, utilizzando il capoluogo toscano come simbolo di una nuova vita per il continente europeo e per l’Unione. La parola d’ordine è quindi “Rinascita”: «dobbiamo fermare la pandemia e dare forma a un nuovo futuro per l’Ue». La presidente della Commissione ha citato anche Don Lorenzo Milani, noto sacerdote e scrittore fiorentino ricordato in particolare per la didattica, allora rivoluzionaria, rivolta ai bambini poveri di Barbiana: «Sul muro della scuola Milani scrisse “I care” (“ci tengo”, ndr). Significa assumersi le proprie responsabilità e gli europei hanno dimostrato con le loro azioni cosa significa, questo dev’essere il nostro motto».