È iniziato tutto con le dichiarazioni del presidente della commissione intelligence della Camera, Mike Turner, che ha parlato di una grave minaccia alla sicurezza nazionale. Le parole del deputato repubblicano dell’Ohio hanno causato una psicosi da pericolo immediato. Giornalisti e addetti ai lavori presenti al Campidoglio si sono mossi freneticamente per cercare fonti e per capire di che tipo di minaccia si trattasse. Secondo quanto riportato da alcuni media tra cui Politico e il New York Times, l’allarme riguarderebbe un missile atomico russo progettato per essere sganciato nello spazio. Un’arma di questo tipo sarebbe in grado di mettere fuori uso i satelliti, mandando così in tilt telecomunicazioni e sistemi di difesa.
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Atomica nello spazio – Un’arma in grado di neutralizzare i satelliti è l’incubo degli Stati Uniti, specialmente perché non esiste ancora alcuna contromisura ad un attacco di questo tipo. Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project, ha ricordato che altri Paesi in passato hanno testato delle armi simili, ma nessuna di queste funzionava attraverso un missile orbitale. Kristensen, intervistato dall’emittente americana Cnn ha aggiunto: «Indipendentemente che sia nucleare o meno, un’arma in grado di distruggere i satelliti rappresenta una grave escalation. Gli Stati Uniti non potrebbero rimanere a guardare se una nazione rivale avesse un mezzo così potente da mettere in ginocchio l’architrave della difesa americana». L’utilizzo dell’atomica nello spazio è vietato dal 1963, quando a seguito della crisi di Cuba il presidente americano John Fitzgerald Kennedy e il leader sovietico Nikita Krusciov decisero di mettere un freno allo scontro nucleare con il Partial Test Ban Treaty.
Reazioni politiche – Le parole di Turner hanno irritato la Casa bianca che non ha gradito la fuga di notizie. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale ha provato a sminuire la portata della minaccia: «Abbiamo già in programma una riunione per i membri della Gang of Eight (sono gli 8 membri del Campidoglio che vengono informati di notizie d’intelligence classificate dall’esecutivo). Sono sorpreso che le dichiarazioni di Turner arrivino prima di un incontro già programmato». Anche lo speaker della Camera Mike Johnson ha provato a calmare le acque: «Ho visto la dichiarazione del Presidente Turner sulla questione e voglio assicurare al popolo americano che non c’è bisogno di allarme pubblico. Lavoreremo insieme per affrontare la questione, come facciamo per tutte le questioni sensibili».
Mossa politica? – Secondo alcuni analisti la dichiarazione di Turner potrebbe essere una mossa politica per spingere la Camera ad approvare un nuovo pacchetto d’aiuti all’Ucraina. Lo scorso 13 febbraio il Senato, a maggioranza democratica, ha approvato uno stanziamento di 60 miliardi di dollari per sostenere Kiev. La misura deve però ancora ottenere l’ok dalla Camera dove i repubblicani hanno bloccato i soldi: la notizia di una nuova minaccia russa potrebbe spingere qualche deputato a votare con i dem. L’elezione del democratico Tom Suozzi alle suppletive dello scorso 14 febbraio ha ulteriormente ridotto il margine del GOP a soli 3 voti. Dalla Russia è arrivato il commento del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha smentito le voci: «È ovvio che si tratta di uno stratagemma della la Casa bianca che sta cercando, con le buone o con le cattive, di spingere il Congresso a votare a favore della proposta di stanziare denaro all’Ucraina».