Per Pfizer-BioNTech il traguardo della corsa al vaccino sembra sempre meno lontano. Efficace al 90% nel prevenire l’insorgere della malattia Covid-19, la Commissione europea ha firmato un accordo per assicurarsene fino a 300 milioni di dosi. All’Italia ne spettano almeno 27 milioni e il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri annuncia che potrebbero essere «a disposizione a partire da inizio anno».

Fino a 40 milioni di dosi – L’accordo della Commissione europea prevede una prima fornitura di 200 milioni di dosi, distribuite in proporzione al numero di abitanti di ciascuno Stato membro dell’Ue. All’Italia ne spetta il 13,51%, per l’appunto 27 milioni. A questa prima tranche, potrebbero aggiungersi altre 100 milioni di dosi e il nostro Paese arriverebbe così a più di 40 milioni. Dato che la somministrazione prevede due dosi a distanza di un mese per ciascuna persona, si tratterebbe di 20 milioni di italiani vaccinati.

I prossimi passi – Prima, però, serve l’autorizzazione di emergenza all’uso del vaccino da parte della Food and Drug Administration, l’agenzia federale che si occupa dei farmaci negli Stati Uniti, dove ha sede la Pfizer, produttrice del vaccino insieme alla tedesca BioNTech. Nell’Unione europea, invece, l’autorizzazione deve arrivare dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. In seguito, delle commissioni esterne si occuperanno delle analisi dei dati, un’operazione che può richiedere diverse settimane. Solo a questo punto il vaccino potrà essere somministrato, forse a inizio del 2021, come dice il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri a Oggi è un altro giorno su Rai 1. Si sa che le prime dosi saranno destinate al personale in prima linea nella lotta contro il coronavirus e alle fasce di popolazione più a rischio, ma manca ancora un dettagliato piano di distribuzione.

Gli altri vaccini – Il vaccino di Pfizer-BioNTech si basa sull’Rna messaggero, una procedura innovativa usata anche da Moderna, anch’essa nella fase 3 della sperimentazione. Per questo motivo l’immunologo statunitense Anthony Fauci, a capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, si aspetta a breve dei buoni risultati anche da quest’altra azienda. In totale, sono undici i vaccini che hanno raggiunto la fase 3 della sperimentazione. Tra questi, lo Sputnik V russo che, due giorni dopo l’annuncio della statunitense Pfizer sull’efficacia al 90%, ha fatto sapere di avere un tasso di efficacia altrettanto alto: del 92%. Nonostante i risultati promettenti, è evidente che la corsa al vaccino non è ancora finita e soprattutto ancora non si sa quanto durerà la risposta immunitaria.