Un uomo davanti al tabellone arrivi dell’aeroporto di Tokyo (Epa/Franck Robichon)

I timori per la diffusione della variante Omicron del coronavirus fanno scattare una nuova ondata di restrizioni alla circolazione delle persone. Dopo Israele e il Marocco è il Giappone a chiudere completamente le proprie frontiere all’afflusso di stranieri, solo tre settimane dopo averle parzialmente riaperte ai viaggiatori per studio o lavoro. La decisione è stata annunciata dal primo ministro nipponico Fumio Kishida e avrà la durata di un mese. È stata adottata, ha detto Kishida, in via preventiv, in attesa di conoscere maggiori informazioni sulle caratteristiche della variante, dal livello di contagiosità alla resistenza ai vaccini: «Quando si ha a che fare con un rischio sconosciuto, è meglio prendere tutte le precauzioni possibili», ha aggiunto. I cittadini giapponesi che tornino da 14 Paesi o regioni in cui è già stata identificata la variante Omicron saranno sottoposti a un regime di quarantena più severo: tra le aree oggetto della misura c’è anche l‘Italia, al ritorno dalla quale si dovranno osservare sei giorni di isolamento. Saranno dieci invece i giorni per coloro che arrivino dai paesi dell’Africa del Sud in cui Omicron è già diffusa.

Il G7 Sanità – La variante ha anche bloccato la riapertura dell’Australia, dove l’ingresso di lavoratori qualificati e studenti era previsto per il prossimo primo dicembre. «Si tratta di una decisione necessaria e temporanea», ha affermato il primo ministro Scott Morrison, senza specificare per quanto tempo durerà la sospensione. Per coordinare una risposta globale alla nuova variante, oggi , 29 novembre, si terrà una riunione straordinaria dei ministri della Sanità del G7, convocata dietro richiesta della Gran Bretagna. La necessità di un’azione collettiva è stata sottolineata anche dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha dichiarato all’Organizzazione mondiale della sanità: «Solo risposte collettive, efficaci e immediate possono funzionare contro i virus». L’Oms, che venerdì 26 novembre aveva definito «preoccupante» il nuovo ceppo, è tornata a evidenziare le gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla sua diffusione globale, peraltro ritenuta «altamente probabile» in un documento tecnico. «Il rischio globale complessivo relativo alla nuova Voc (variant of concern) Omicron viene valutato come molto elevato», ha specificato l’agenzia.

Allarme eccessivo –  L’Oms, tuttavia, ha anche segnalato che finora non si è ancora registrato un decesso legato alla nuova variante. E secondo la scopritrice del ceppo, la presidente dell’Ordine dei medici del Sudafrica Angelique Coetzee, l’allarme registrato nel mondo sarebbe eccessivo e la reazione spropositata. «I pazienti che ho visto avevano sintomi lievi e sono guariti. Nessuno è stato ricoverato e non c’è stato bisogno dell’ossigeno. Questa reazione nel mondo non ha alcun senso», ha dichiarato all’emittente radiofonica inglese Talkradio.

La risposta dei mercati – Proprio in considerazione del fatto che i casi finora accertati di variante Omicron hanno registrato una sintomatologia lieve i mercati finanziari si sono cautamente risollevati, dopo lo shock del 26 novembre in cui nel continente sono stati bruciati 390 miliardi di euro di capitalizzazione. Le borse europee hanno registrato un rimbalzo, con il Ftse Mib in recupero dell’1,01% a 26.113 punti base dopo le prime due ore di contrattazione. Parigi maglia rosa con il +1,20%. Hanno chiuso invece in negativo i mercati asiatici, con Tokyo in calo dell’1,63% dopo l’annuncio della chiusura delle frontiere.