Il rendering del progetto di Piazzale Loreto / Comune di Milano

«Con i lavori sarà un delirio», dicono alcuni. «Per migliorare si deve cambiare», è invece il parere di altri. Fra i commercianti della zona, il progetto di riqualificazione di piazzale Loreto a Milano genera opinioni contrastanti.

Il rendering – Il progetto, chiamato “Loc, Loreto Open Community”, ha vinto la seconda edizione del bando internazionale “Reinventing cities”, frutto di una collaborazione tra il Comune di Milano e il C40 Cities Climate Leadership Group, che riunisce 97 città in tutto il mondo. I lavori, per cui sono stati investiti 60 milioni di euro, dovrebbero partire tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. L’obiettivo è concluderli nel 2025, in tempo per le Olimpiadi dell’anno dopo. Come mostrato nel rendering, la piazza verrà trasformata per ospitare concerti, mercati e altri tipi di eventi pubblici. Intorno dovrebbero sorgere tre edifici, con uffici, attività commerciali e soprattutto giardini rialzati sui tetti. Si punta a dare un’impronta verde all’intera area, sperando che questo aiuti contro le isole di calore, un problema sempre più urgente nei mesi estivi. Palazzo Marino, in una nota ufficiale, spiega che «sarà mantenuta la connettività lungo tutti gli assi principali, ma i flussi di traffico verranno rimodulati seguendo le nuove geometrie della piazza». Questo perché il primo tratto di via Padova verrebbe pedonalizzato, seguendo il modello di via Paolo Sarpi.

Il nodo traffico – Diverse persone non vedono di buon occhio il progetto di riqualificazione. «Staremo a vedere, non sono nemmeno sicuro di restare qui», dichiara Fabrizio Balbo, del banchetto di libri sul lato nord del piazzale. «Apriranno centri commerciali e negozi delle solite grandi catene. Questi progetti rischiano di trasformarsi in deserti, che la gente non vive al di fuori delle ore canoniche». Piazzale Loreto è anche una delle arterie stradali più trafficate di Milano e si teme che i due o tre anni necessari per i lavori abbiano un impatto catastrofico. Osservando il rendering, la viabilità potrebbe venire modificata, riducendo il numero di corsie. «Nessuno ha pensato poi ai parcheggi. Qui ci sono una Asl e nove banche, ma nessun posto dove mettere la macchina, anche perché li hanno ridotti lo scorso settembre per aggiungere la pista ciclabile, oggi percorsa quasi solo dalle moto per evitare le code», spiega Rosanna Maiellaro, titolare di un’edicola. «La mattina arrivo qui alle 5 e ci metto comunque un quarto d’ora per parcheggiare».

Le opportunità – Ma c’è chi ha un’attitudine più ottimista. «Trasformare Piazzale Loreto in una zona pedonale è una gran cosa – dice il signor Fu, proprietario di una sartoria – Sicuramente il periodo dei lavori creerà dei disagi, ma chi ha fatto questo progetto sa che il mondo sta cambiando, e così anche il modo di spostarsi». Negli occhi ha l’esempio della sua città natale, Shanghai, dove iniziative simili hanno avuto molto successo. «Le grande opere sono necessarie per le nuove generazioni, specie se hanno un’impronta green». Anche Yaoling Zhu, del concept store Spazio NoLo di viale Monza, non è preoccupata dal problema del traffico: «Qui in viale Monza, con la pista ciclabile, è già diminuito molto». «È una questione di abitudine, i milanesi si devono abituare a non usare la macchina per andare in centro», continua. «Il cambiamento ovviamente porta disagi, ma a lungo termine porterà soprattutto miglioramenti. Bisogna avere una visione lungimirante». «Un’isola pedonale in Piazzale Loreto ci può portare molto lavoro – commenta poi Franco Varriale, barista di via Andrea Costa – e l’abbellimento della città sicuramente favorirà il turismo». «In generale, più pedoni e meno macchine per noi vuol dire più clienti», concorda il tabaccaio Gianni Bruno.