Storie diverse dallo stesso finale. Donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o dall’ex partner; donne uccise da un altro parente; donne uccise da un’altra persona, conosciuta o sconosciuta. Tutte donne che vengono uccise in quanto donne. Secondo gli ultimi dati Istat – quelli di novembre 2022 – su 119 omicidi con una vittima donna 104 sono femminicidi. Per contrastare tutto questo, nell’ultima settimana di ottobre 2023, la Camera ha approvato un disegno di legge in materia di contrasto della violenza sulle donne. Ora trasmesso al Senato.
Le novità del ddl – 15 articoli che ampliano alcune specifiche misure del testo normativo di riferimento, il decreto-legge n. 93/2013. Il ddl è diretto soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosiddetti “reati spia” possano poi degenerare in fatti più gravi. Si tratta di imporre il «cartellino giallo» all’uomo violento, come lo ha definito la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. Infatti l’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta. In generale, l’intento del governo è quello di rendere più veloci le valutazioni preventive sui rischi che corrono le potenziali vittime di femminicidio o di reati di violenza; rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza.
I reati spia – Tra le principali misure contenute nel disegno di legge, c’è l’estensione dell’applicazione dell’ammonimento anche per i reati-spia, una serie di reati che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive, attuali o passate. Si punta anche ad aggravare la pena quando i reati sono commessi da un soggetto ammonito: la revoca del provvedimento sarebbe possibile solo dopo almeno tre anni, a seguito di valutazioni positive in appositi percorsi di recupero. Il provvedimento prevede l’applicazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora, previste dal Codice antimafia, anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne e alla violenza domestica.
Braccialetto elettronico – Nei confronti dei soggetti indiziati di violenza contro le donne, il ddl rende obbligatorio disporre il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalle vittime e l’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a 500 metri, da tali luoghi e dalle vittime. Viene poi disposta anche l’applicazione della modalità di controllo del braccialetto elettronico anche qualora l’imputato neghi il proprio consenso. In caso di manomissione del braccialetto elettronico, viene anche disposta la misura cautelare in carcere.
Velocità – Importante appare, poi, la modifica che ha l’obiettivo di velocizzare i processi in materia. La norma dispone di dare priorità assoluta ai reati di violenza contro le donne anche per le ipotesi di costrizione o induzione al matrimonio, lesioni permanenti al viso, violazione dei provvedimenti di allontanamento e di divieto di avvicinamento, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, stato di incapacità procurato mediante violenza, lesione personale.