«La decisione di sospendere temporaneamente l’uso del vaccino AstraZeneca si è basata sulle nuove informazioni emerse in Norvegia», dove sono avvenuti tre ricoveri e un decesso pochi giorni dopo la somministrazione. Il ministro della Salute irlandese Stephen Donnelly ha così annunciato che l’Irlanda diventerà l’ottavo Paese europeo a disporre il blocco del vaccino anglo-svedese. Negli ultimi giorni sono stati segnalati, a fronte di 17 milioni di vaccinazioni in Europa e Regno Unito, 15 casi di trombosi venosa, che si verifica quando nelle vene si forma un coagulo che rallenta il flusso di sangue venoso verso cuore e polmoni e 22 di embolia polmonare, che si ha quando un embolo, causato dalla rottura di un coagulo, viaggia nel sangue e viene spinto dal cuore nel sistema circolatorio polmonare. «Tale numero di eventi è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verificasse naturalmente», si è difesa in una nota ufficiale la multinazionale

Psicosi Astra Zeneca – Anche l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha specificato che non è stato rilevato alcun nesso tra l’iniezione del vaccino e i casi di trombosi o embolia polmonare. «Il numero di casi di tromboembolismo non è più alto di quello certificato nella popolazione vaccinata», si legge in un comunicato in cui si annunciano ulteriori verifiche.

Già Islanda, Danimarca e Norvegia avevano disposto il blocco totale delle somministrazioni. «Chiunque abbia ricevuto il vaccino AstraZeneca negli ultimi 14 giorni e presenti delle emorragie nella pelle tre giorni dopo l’iniezione, deve consultare il più presto possibile il proprio dottore», si legge sul sito della Agenzia del farmaco norvegese. Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Italia hanno invece bloccato singoli lotti. La regione Piemonte, dopo il decesso di un insegnante di clarinetto biellese, 57 anni, il 14 marzo ha deciso in autonomia di sospendere le vaccinazioni. Prima un blocco totale, per poi tornare sui propri passi e circoscriverlo allo stock, l’ABV 5811, al quale apparteneva la fiala somministrata al professore. Secondo il presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, una decisione affrettata: «I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. L’allarme non è giustificato».

«Un precedente molto pericoloso, così si fa un danno enorme alla campagna vaccinale. Non è immaginabile che le regioni si intromettano nelle decisioni che spettano ad altri attori istituzionali, non si può fare allarmismo e andare avanti a colpi di emotività», ha commentato invece lo staff del ministero della Salute. A differenza dell’iniziativa presa in autonomia dalle autorità sanitarie piemontesi, il blocco di un altro lotto di AstraZeneca, l’ABV 2856, in seguito a tre decessi avvenuti pochi giorni dopo l’iniezione, era stato disposto dall’Aifa. Che il 15 marzo ha dovuto anche smentire, con il supporto della polizia postale, un falso comunicato in cui veniva fatto divieto di altri lotti, oltre all’ABV 2856.

Quale evidenza? – «Non c’è alcuna prova che il vaccino di Oxford causi coagulazioni del sangue. Perché allora le persone sono preoccupate?». È il titolo di una riflessione di Sir David Spiegelhalter, docente presso il laboratorio statistico dell’Università di Cambridge. Spiegelhalter, denunciando la necessità umana di trovare nessi causali tra gli eventi, si pone una semplice domanda: AstraZeneca è alla base degli eventi di trombosi? Rispondendo a questa domanda si possono prendere delle decisioni. Ebbene, la risposta è che no, non c’è alcun nesso. Casi di trombosi venosa profonda si verificano in una persona su mille all’anno. Su 5 milioni di persone vaccinate ci si dovrebbero aspettare ben più di 5.000 casi, più meno 100 a settimana. I 30 diagnosticati dall’Ema fino al 10 marzo non dovrebbero dunque far scattare l’allarme. Facendo fede ai “trials” che hanno portato all’approvazione del farmaco, e al sistema di “cartellini gialli” implementato nel Regno Unito, che consiste nel monitoraggio di effetti collaterali in seguito alla somministrazione dei vaccini anti-Covid, i disturbi conseguenti al vaccino AstraZeneca non coincidono con quelli che stanno creando il panico in Europa. «Saremo capaci di affrancarci da questa urgenza di trovare degli schemi consequenziali anche laddove non sussistono?», si pone come ultima domanda il docente. «Un buon metodo sarebbe proporre il metodo scientifico e assicurarsi che ognuno comprenda questi principi basici».