Non ti vaccini? Ti taglio lo stipendio. Fa discutere la decisione presa dalla presidenza del Bayern Monaco, storico club di calcio bavarese. Secondo quanto riportato dal quotidiano Bild, ai tesserati della società che finiranno in quarantena sarà ridotto il salario, ma solo nel caso in cui abbiano scelto di non vaccinarsi. Il casus belli sarebbe stata l’ennesima positività di un giocatore no-vax in squadra, il centrocampista Joshua Kimmich. Martedì scorso Kimmich era uscito dalla quarantena dopo essere entrato in contatto con il compagno di squadra Niklas Suele, risultato poi positivo sempre la scorsa settimana. Ma una volta finito il periodo di isolamento, il giocatore, nato a Rottweil nel sud della Germania e stabilmente in nazionale, è tornato a essere positivo. Kimmch non è l’unico sottoposto al taglio del salario: i puniti sarebbero Serge Gnabry, Jamal Musiala, Eric Maxim Choupo-Moting e Michael Cuisance, tutti senza prima dose.

Covid in Germania – La decisione del Bayern Monaco non è dovuta solamente alla sconfitta di venerdì ad Augusta per 2 a 1, avvenuta senza Kimmich in campo. La situazione sanitaria tedesca è peggiorata nell’ultimo periodo, toccando il picco massimo di contagi in un giorno il 18 novembre: 65.371 i nuovi casi. Nella giornata di domenica 21 novembre il Robert Koch Institute (Rki), l’agenzia incaricata dal governo di Berlino di monitorare l’andamento della pandemia, ha registrato 62 morti e 30.643 nuovi contagi, 7.036 in più rispetto alla domenica precedente, quando ne erano stati segnalati 23.607. Con gli ultimi positivi,  dall’inizio della pandemia la Germania ha raggiunto 5.385.585 infezioni confermate dall’Rki, mentre sono 99.124 le persone morte per complicanze. Tra le regioni più colpite c’è proprio la Baviera, di cui Monaco è la capitale. Contributo determinante a questa situazione è il tasso molto basso di vaccinati: in Germania siamo sotto al 70%. Per questo motivo i land di Baviera e Sassonia hanno annunciato che i tradizionali mercatini di Natale non si svolgeranno. Se la situazione non migliorerà, si tratterà solo delle prime restrizioni in vista delle festività.
Nel frattempo giovedì 18 novembre Angela Merkel, ancora cancelliera fino all’insediamento del nuovo governo, ha incontrato i capi delle Regioni. Dopo il faccia a faccia è stato deciso di applicare la regola del “2G” su tutto il territorio: non appena la soglia dei ricoveri supererà i tre pazienti positivi ogni 100.000 abitanti. solo ai vaccinati e ai guariti (in tedesco geimpft e genesen, da cui il nome) sarà permesso accedere ai luoghi pubblici come ristoranti e cinema.

I no-vax in serie A – Nonostante l’alto tasso di vaccinati, il 98%, anche il campionato italiano ha la sua sparuta minoranza di calciatori no-vax. Secondo quanto aveva riportato Repubblica, un mese fa i non vaccinati tra i giocatori di Serie A erano una ventina. Difficile che l’introduzione dell’obbligo di green pass possa aver portato i più restii a vaccinarsi, anche considerando la possibilità di ottenere il certificato verde tramite il tampone. In più c’è il fattore privacy che permette alle società di non diffondere i nomi dei no-vax: a questa possibilità si sono appellate, tra le altre, Milan, Udinese e Sassuolo. Altre sette società hanno invece garantito di avere il 100% di vaccinati.

Non solo calcio –Tra gli sport interessati dalla questione non c’è solo il calcio. Nel basket a stelle e strisce, per esempio, il caso Kyrie Irving sta tenendo banco da quando a New York City è stato imposto l’obbligo di vaccino per partecipare alle attività sportive al chiuso. Irving non è vaccinato e di conseguenza non può giocare né allenarsi con i suoi Brooklyn Nets, al momento secondi nella Eastern Conference dell’Nba. Anche il nuovo sindaco della città, Eric Adams, ha detto che non cambierà le regole quando entrerà in carica il 1 gennaio. Se i Nets vogliono riavere il loro talento, dovranno convincerlo a vaccinarsi. E a meno che non voglia saltare gli Australian Open anche il più famoso no-vax del tennis, Novak Djokovic, dovrà prendere questa decisione. Il torneo che si giocherà a Melbourne a gennaio 2022 sarà aperto solo ai tennisti vaccinati: Djokovic fino questo momento si è rifiutato di dichiarare la sua scelta in merito, lasciando intendere di non essersi vaccinato. Il numero uno del mondo potrebbe essere escluso.