Forza Italia perde voti ma tiene botta, mentre Fratelli d’Italia per la prima volta entra al Parlamento Europeo con il 6,5% (+2% rispetto alle elezioni politiche del 2018). E soprattutto quell’idea, nemmeno troppo sottaciuta, di un nuovo grande polo di centrodestra che faccia tornare insieme la Lega di Matteo Salvini e gli alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni dopo un anno di governo gialloverde. È questo il primo effetto delle elezioni europee sui due partiti di centrodestra che ancora oggi sono all’opposizione del governo Conte. E nella notte dello spoglio sia il presidente di Forza Italia che la leader di Fratelli d’Italia hanno chiesto a Salvini di aprire una riflessione su una possibile rottura con i 5 Stelle chiedendogli esplicitamente di tornare a casa: «Ascolti gli italiani – ha detto in conferenza stampa Meloni – non vogliono il M5S».

I risultati del centrodestra – Con il totale delle sezioni scrutinate, i dati parlano chiaro: il sorpasso di Fratelli d’Italia nei confronti di Forza Italia non c’è stato. Il partito di Berlusconi scende sotto la soglia del 10% con l’8,8%, in grosso calo rispetto al 14% delle politiche del 2018, ma comunque tiene restando il secondo partito di centrodestra. A distanza invece Fratelli d’Italia che, pur crescendo, si ferma al 6,5%. Con un semplice, ma non scontato, calcolo algebrico ad oggi i tre partiti di centrodestra uniti supererebbero ampiamente la soglia del 40% prevista dal Rosatellum per avere la maggioranza in Parlamento, fino quasi a sfiorare il 50% dei voti con il 48%. È chiaro che le elezioni europee siano molto diverse dalle politiche, ma questi risultati bastano e avanzano a Berlusconi e Meloni per chiedere a Salvini di rompere con il M5S e ricostruire una grande alleanza di centrodestra.

 

Berlusconi e Meloni esultano – Dopo lo spoglio elettorale, sia Berlusconi che Meloni hanno esultato. Il primo ha fatto trapelare all’AdnKronos che «Forza Italia è ancora indispensabile e senza di noi il centrodestra perde» prima di lasciare la parola al Presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente del partito, Antonio Tajani, che in un’intervista al Corriere della Sera ha rivendicato il risultato: «Gli italiani hanno parlato chiaro, ancora una volta – ha detto – quello che vogliono è un governo di centrodestra. Variegato, differenziato, con tre forze politiche che siano la vera alternativa a questo esecutivo che li ha delusi». Dal suo canto, anche Giorgia Meloni non può che esultare: «Il nostro è un risultato unico, straordinario, che non era previsto – ha detto in conferenza stampa – siamo la sorpresa di queste elezioni». Cinque anni fa il partito sovranista della Meloni non riuscì per pochissimo (3,7%) a superare la soglia di sbarramento mentre oggi raddoppia i propri consensi sfiorando addirittura il 7%.

 

Anche il Piemonte al centrodestra – Nel centrodestra, però, ci sono almeno altre due buone notizie. La prima, che serve anche a rinsaldare gli animi in Forza Italia, riguarda ancora Silvio Berlusconi: dopo sei anni dalla sua decadenza dal Senato e la riabilitazione del Tribunale di Sorveglianza del 2018, l’ex Cavaliere torna nelle istituzioni seppure dalla porta laterale del Parlamento Europeo. La seconda invece è che in Piemonte il candidato di centrodestra, Alberto Cirio, espresso proprio da Forza Italia contro il volere della Lega è il nuovo Presidente della Regione, superando il 50% contro l’uscente Sergio Chiamparino.

Toti sbatte la porta – Eppure nel centrodestra non è tutto rose e fiori. A preoccupare Forza Italia ci pensa ancora una volta il Presidente della Liguria, Giovanni Toti, che nelle ultime settimane aveva già messo un piede fuori dalla porta dicendosi pronto ad entrare in Fratelli d’Italia. Ieri l’ex giornalista di Mediaset ha alzato la voce contro il suo partito che «perde mentre il centrodestra stravince» lanciando un j’accuse nei confronti dei dirigenti di Forza Italia rei di aver «mentito a Berlusconi e ai propri elettori» e che per questo «dovrebbero dimettersi».  Poi Toti ha chiesto «un’assemblea pubblica per ricostruire il polo moderato»: «Non starò a guardare senza reagire al lento declino del mio partito» ha concluso il governatore su Facebook.