È arrivato il 14 aprile il primo via libera da parte di Bruxelles al pass vaccinale: per i viaggi all’interno dell’Ue sarà necessario un certificato, che dirà se si è stati vaccinati, se si è negativi al Covid o se si è guariti. La proposta è stata approvata dal Consiglio dell’Unione europea. Manca il voto del Parlamento, previsto tra il 26 e il 29 aprile.
Come funziona – Nonostante si chiami Digital green pass, il certificato che permetterà la ripresa dei viaggi in Europa è previsto sia in forma digitale che cartacea. Si tratta di un documento che verrà rilasciato gratuitamente dai singoli Stati, per attestare la somministrazione del vaccino anti Covid, il risultato negativo ai test oppure la guarigione dal virus. È quindi un “certificato” di certificati. Le informazioni dovranno essere riportate sotto forma di codice a barre, per facilitare il trasferimento di dati e uniformarli in tutta Europa. Inoltre saranno scritte nella lingua ufficiale dello Stato di rilascio e in inglese. L’idea sembra essere quella di un sistema integrato e interoperativo, che consenta di poter verificare l’autenticità, la validità e l’integrità dei test effettuati prima di partire. I dati personali dei viaggiatori non verranno conservati.
Libera circolazione – Il possesso del pass non rappresenterebbe però una conditio sine qua non per spostarsi: ha l’obiettivo di agevolare l’esercizio della libera circolazione, non di limitarla. Questo per non discriminare chi ad esempio non ha avuto la possibilità di vaccinarsi per motivi medici o perché non rientra nei gruppi per cui è prevista la somministrazione, come nel caso dei bambini. Oppure chi non vuole essere vaccinato. Nel caso si viaggi senza certificato, resteranno però obbligatorie le misure dei singoli Stati in riferimento a tamponi e periodi di quarantena.
Paesi terzi – Il pass è previsto solo per i cittadini dell’Ue, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Tuttavia, anche ai cittadini di Paesi extra Ue sarà permesso di viaggiare in Europa. I documenti da presentare saranno diversi a seconda sia dello Stato di provenienza sia di quello di arrivo. Ad esempio si rispetteranno gli accordi di reciprocità degli Stati con Paesi terzi. In generale, chi vorrà spostarsi all’interno dell’Unione dovrà presentare un certificato di vaccinazione, di test o di guarigione, rilasciato prima della partenza e verificabile. Dovrà includere inoltre alcuni dati fissi (art. 7a e allegato finale). Ad esempio: nome e cognome, data di nascita, virus di riferimento (Covid-19), tipo di vaccino, produttore, numero di serie e ente di riferimento per il controllo. Non varranno documenti che riportano la somministrazione di vaccini non ancora autorizzati dall’Ema.
Tempistiche – La proposta di legge verrà dibattuta in Parlamento europeo tra il 26 e il 29 aprile e cominceranno i negoziati. L’intenzione generale è quella di avviare il pass entro l’estate 2021. Dopo l’approvazione finale è prevista una fase di transizione di sei settimane in cui i Paesi potranno continuare a utilizzare i sistemi attualmente in vigore.