Una ricostruzione grafica del Green pass ANSA/DI MEO.

La conferma dell’arrivo della variante Omicron in Italia getta nuova incertezza sulle strategie di contrasto alla pandemia in vista delle festività. Oggi, 29 novembre, la ministra dell’Interno Luciana incontrerà i prefetti dei capoluoghi di Regione e i rappresentanti delle forze dell’ordine per fare il punto sul potenziamento dei controlli e l’introduzione del «Super Green Pass» (cioè il certificato rilasciato solo in caso di guarigione dalla malattia o dopo il completamento del ciclo vaccinale e non più a seguito di esito negativo dei test) previsto dal decreto legge che entrerà in vigore il prossimo 6 dicembre. Ma il permesso verde rafforzato è già al banco di prova da questa mattina in Friuli Venezia Giulia, la prima regione ad essere tornata in zona gialla.

L’incontro – il faccia a faccia tra la titolare del Viminale e i venti prefetti dei capoluoghi di regione, il capo della Polizia e i comandanti generali dei Carabinieri e Guardia di Finanza è previsto da remoto. Al centro della discussione, ottimizzare l’impiego delle forze dell’ordine per assicurare controlli a campione su bus e metropolitane, dove esibire il Green Pass sarà obbligatorio a partire dal 6 dicembre. La carenza di organico è la criticità che i rappresentanti dei sindacati di polizia e l’Arma hanno indicato a più riprese. «Si tratta di un impegno notevole per le forze dell’ordine – ha spiegato Lamorgese – ma c’è tutto l’intento di fare il massimo. Peraltro finora non è che non abbiamo fatto nulla. Dall’1 gennaio sono state controllate 28 milioni di persone e 3,6 milioni di locali. Ora si farà di più con le forze che abbiamo”. Comunque sarebbe escluso un ulteriore ricorso ai militari.

La prima zona gialla – Con il cambio di colore, in Friuli Venezia Giulia verranno testate le misure previste dal nuovo decreto legge che introduce il super Green Pass con una settimana di anticipo rispetto al resto del Paese. Da oggi scatta per tutti l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Per i possessori del certificato rafforzato, però, la situazione resta invariata per quanto riguarda l’accesso a eventi sportivi, spettacoli cerimonie e ristoranti. Non cambiano le capienze degli spazi pubblici: 100% per cinema e teatri, 75% per gli stadi, 50% impianti sportivi al chiuso, 75% per discoteche all’aperto e 50% al chiuso. Le limitazioni riguarderanno invece i non vaccinati e chi non ha contratto la Covid negli ultimi sei mesi: esibire il green pass semplice darà accesso a mezzi pubblici e luogo di lavoro ma non basterà per andare allo stadio, al cinema, a teatro, né al ristorante o per sedere al tavolo nei bar e partecipare a cerimonie o feste o andare in discoteca.

Cosa ci attende – La Regione Campania ha reso noto che la moglie e i due figli del nuovo «paziente zero», rientrato in Italia dal Mozambico dopo un viaggio di lavoro, sono risultati positivi alla variante Omicron. E con quattro casi accertati sale l’allerta per la diffusione del ceppo sudafricano del virus in Italia. Il timore è che Omicron abbia sviluppato un grado di contagiosità superiore a Delta, tale da riuscire a soppiantarla. Soprattutto si teme che bossa «bucare» lo scudo vaccinale grazie alle numerose mutazioni presenti nel suo genoma. Secondo dati Agenas, oltre al Friuli Venezia Giulia, dove i reparti Covid sono pieni al 22%, anche Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano hanno superato la soglia d’allerta del 15%, ma restano in zona bianca grazie al numero di posti letto in terapia intensiva ancora liberi. Da settimane la curva sta crescendo linearmente – e non in modo esponenziale come lo scorso anno – in tutto il Paese ma «non bisogna fare terrorismo, ho trovato eccessiva nei toni la comunicazione fatta dai media su questa variante. Oggi non abbiamo le informazioni per poter annunciare una catastrofe, bisogna prendere tempo sapendo che ci vorranno almeno due settimane per capire se gli effetti delle mutazioni saranno reali. Gli scienziati non sono particolarmente preoccupati», ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus. «Stiamo vedendo una crescita dei nuovi casi giornalieri lineare, non esponenziale. In poco più di 5 settimane i casi sono quintuplicati, ma se guardiamo i pazienti ospedalizzati sono poco più che raddoppiati e le terapie intensive non sono neppure raddoppiate. L’impatto a livello ospedaliero viene ammortizzato dalla copertura vaccinale – ha aggiunto Cartabellotta -. Sappiamo ovviamente che il vaccino non è perfetto, che bisogna fare la terza dose, ma finora è quello che ci sta permettendo di tenere tutto aperto. Non si vedono all’orizzonte altre Regioni che possano andare in tempi brevi in zona gialla».