È un’Italia a maggioranza gialla quella che si avvicina al fine settimana del Carnevale. Solo tre Regioni rimangono in fascia arancione, mentre la lotta al contagio prosegue con lockdown mirati e misure inasprite dalle amministrazioni locali. E in attesa dell’insediamento del nuovo Governo Draghi, il Comitato Tecnico Scientifico lancia l’allarme in vista della scadenza delle restrizioni il prossimo 15 febbraio. Le varianti del virus fanno paura. Riaprire gli spostamenti tra tutto il territorio nazionale rischia di essere pericoloso.

Le nuove restrizioniUmbria, Puglia e Sicilia rimarranno in zona arancione, almeno fino al weekend. Da questa settimana sono in vigore i primi lockdown locali, che dovranno isolare le zone dove sono stati riscontrati focolai e frenare la diffusione delle varianti inglese e brasiliana. Fino al 21 febbraio, nella provincia di Perugia e in sei Comuni della provincia di Terni saranno in vigore le restrizioni più rigorose. In zona rossa entreranno, almeno fino al 15 febbraio, anche 27 comuni del Molise, la zona di Chiusi in Toscana, tre Comuni dell’Abruzzo e il territorio di Tortorici, in provincia di Messina. L’Alto Adige sarebbe dovuto rientrare in zona arancione, ma la risalita dei contagi ha spinto il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, a firmare un decreto che manterrà in vigore, per il resto del mese, misure da zona rossa.

(foto Ansa)

 I primi assembramenti – Nelle altre Regioni, il primo fine settimana giallo ha spinto molti italiani a concedersi una passeggiata nei centri delle grandi città. A Milano e Roma, le forze dell’ordine hanno scoperto feste irregolari, mentre a Napoli sono fioccate sanzioni per gli assembramenti sul lungomare e nelle zone della movida. A Venezia, la calca fuori dai locali ha costretto la Polizia municipale ad annunciare che dal prossimo fine settimana – quello del Carnevale – i controlli verranno inaspriti. Le immagini delle strade affollate, come già si erano vedute nei fine settimana prenatalizi, non hanno certo fatto piacere al ministro della Salute Roberto Speranza: «Zona gialla non significa scampato pericolo – ha dichiarato il ministro. Serve massima prudenza, il virus circola e il rischio resta alto. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti finora».

Il nodo delle riaperture – La data cerchiata in rosso rimane il 15 febbraio, quando cadranno i divieti di spostamento tra regioni in fascia gialla e, di conseguenza, anche le autocertificazioni non saranno più necessarie. Il Comitato tecnico scientifico suggerisce di mantenere una linea dura e di prorogare le attuali misure, ma la decisione spetta comunque al Governo. L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte è ancora formalmente in carica,  ma toccherà a Mario Draghi prendere provvedimenti. I tempi per l’insediamento tuttavia, potrebbero risultare troppo dilatati: difficile infatti che l’ex presidente della Bce incassi la fiducia di entrambe le Camere prima del fine settimana. In quel caso, a meno di proroghe decise dal Governo uscente, il divieto decadrebbe. Sempre il 15 febbraio riprenderanno a lavorare gli impianti sciistici, mentre le categorie ancora limitate – ristoratori, gestori di piscine e palestre, lavoratori dello spettacolo – chiedono che le misure vengano allentate, perlomeno in zona gialla.