«È plausibile che con Omicron l’Europa si stia avviando verso la fine della pandemia». Ne è convinto Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il Vecchio Continente. Secondo il suo scenario, entro marzo il 60% dei cittadini europei dovrebbe venire contagiato dall’ultima variante. Questo, unito agli alti tassi di vaccinazione nei Paesi Ue, potrebbe rendere il virus endemico, al pari di quelli dell’influenza e del raffreddore. In modo da poter parlare, finalmente, di “convivenza pacifica”.

L’invito alla cautela – Dopo queste parole, che sanno tanto di luce in fondo al tunnel, Kluge ha comunque invitato tutti alla cautela. Dello stesso avviso Maria van Kerkhove, alto funzionario della stessa Oms: «La variante Omicron del coronavirus non è l’ultimo ceppo di cui sentiremo parlare», ha detto alla Bbc, «Molti Paesi stano uscendo dall’ultima ondata, con un’elevata percentuale di popolazione immunizzata, e stanno entrando in una diversa fase della pandemia. Ma ci sono ancora tre miliardi di persone che aspettano la prima dose del vaccino, è un problema globale e dobbiamo affrontarlo con delle soluzioni globali». Molti Paesi del mondo stanno ancora registrando picchi di casi. La Germania ha un’incidenza settimanale di 772,7 infezioni su 100mila abitanti, mentre l’Australia ha avuto nei giorni scorsi il record di contagi e di morti (88).

Da pandemia a endemia – In Italia la crescita dei contagi appare invece più stabile, dopo una fase di grande crescita alla fine di dicembre con l’arrivo di Omicron. I casi degli ultimi sette giorni sono diminuiti rispetto ai sette precedenti (175.963 contro 181.800): è la prima volta che succede da ottobre. Iniziano a calare anche i ricoveri in terapia intensiva, dal 18% al 17% secondo i dati Agenas. Sul fronte delle ospedalizzazioni il quadro è comunque più variegato, dato che a partire dal 24 gennaio Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia passeranno alla zona arancione, aggiungendosi alla Valle d’Aosta. In ogni caso, si guarda con ottimismo ai prossimi mesi, in linea con il parere dell’Oms. «Omicron è il passaggio intermedio, o forse quello finale, tra epidemia ed endemia», ha detto sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite a Domenica In, «Difficile che arrivi un’altra variante perché è improbabile che salti fuori un virus più diffusivo di Omicron». Sul possibile alleggerimento delle misure ha aggiunto: «E’ necessario, ma non in questa settimana, piuttosto nei prossimi dieci giorni».

Riapre X’ian – Un notevole alleggerimento delle misure è arrivato a X’ian, capoluogo della provincia cinese dello Shaanxi, chiusa in un rigidissimo lockdown dallo scorso dicembre. Dal 24 gennaio la città è diventata un’area “a basso rischio” e tutti possono tornare a circolare in libertà, a patto di avere un QR code sanitario valido da mostrare alle autorità. In questo mese e mezzo di chiusure ci sono stati poco più di 2.000 casi (e nessun morto), per una metropoli di 13 milioni di abitanti. Non sono mancati i momenti di tensione, specie per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo. Un uomo, uscito per fare la spesa, sarebbe stato fermato e picchiato dalla polizia perché il tampone negativo, registrato nel suo QR code, era scaduto. Per lo stesso motivo una donna incinta di otto mesi avrebbe perso il suo bambino, dato che non è potuta entrare in ospedale. Lockdown di questo tipo, nonostante il numero esiguo di casi in rapporto alla popolazione, seguono la cosiddetta strategia “zero-Covid”, grande pallino del leader cinese Xi Jinping fin dall’inizio della pandemia a Wuhan nel gennaio 2020. Una situazione di azzeramento dei contagi è motivo di grande orgoglio per la Cina nello scenario internazionale. E, con l’imminente arrivo di una vetrina come le Olimpiadi invernali di Pechino, non è un caso che gli sforzi per raggiungere questo obiettivo si siano intensificati particolarmente nelle ultime settimane.