Nuovo Governo, stesse restrizioni. Il primo decreto della nuova amministrazione Draghi contro la pandemia proroga di 30 giorni il divieto degli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla. Un provvedimento indispensabile per continuare la lotta alla crisi pandemica aggravata dal pericolo delle nuove varianti in circolazione, come sottolineato dalle parole del ministro della Sanità Roberto Speranza, che ha rimandato le riaperture invitando alla cautela: «Non è il momento di allentare le misure, non è il momento di superare il sistema delle fasce di rischio».

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La ministra Gelmini nella riunione del 21/02/21 con i rappresentati di comuni e regioni – Fonte: ANSA

Il decreto – Confermata anche la deroga per le visite private a parenti e amici con spostamenti con un massimo di due persone, non sono conteggiati i conviventi minori di 14 anni o non autosufficienti, per una sola volta al giorno entro i limiti regionali. Anche nelle abitazioni rimarrà il limite massimo di due ospiti, oltre ai conviventi del domicilio. Per ulteriori approfondimenti su tutte le disposizioni attuali è consultabile il sito governativo, dove è possibile trovare tutte le domande più frequenti sulle restrizioni dovute al Covid. L’urgenza del rinnovo del blocco degli spostamenti era dovuta alla scadenza imminente del 25 febbraio, dopo che il divieto in vigore nella precedente amministrazione era stato prolungato di 15 giorni nell’ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Conte.

 

 

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La cartina dell’Italia aggiornata con le nuove zone colorate – Fonte: governo.it

Le richieste delle Regioni – La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha portato sul tavolo del Consiglio dei Ministri la bozza unitaria presentata da Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza Stato-Regioni, nella quale governatori e sindaci di tutta Italia hanno avanzato le loro richieste di revisione sulle misure anti-Covid. Voci che saranno ascoltate, almeno secondo le intenzioni di Palazzo Chigi, che garantisce maggior coinvolgimento e dialogo con gli enti locali. Al centro del dibattito l’indice di contagio, le riaperture, i ristori e gli indennizzi, assieme al criterio della divisione per fasce “colorate”, con un accento sulla questione urgente dei vaccini e sui pericoli nella riapertura delle scuole. Ma soprattutto la richiesta arrivata da più parti di evitare decisioni dell’ultimo momento. Rimane da vedere se alle promesse seguiranno i fatti: il verdetto si avrà il 5 marzo, in occasione della scadenza del precedente Dpcm in vigore, che verrà sostituito per tempo dalle nuove misure decise in seguito ai recenti confronti. ln scadenza sempre il 5 marzo anche le chiusure di palestre, piscine, cinema e teatri.