«In Italia c’è solo un Capitano: Francesco Totti». La risposta in italiano di Frans Timmermans, candidato dei socialisti alla presidenza della Commissione europea, a chi gli chiedeva il suo parere su Matteo Salvini, soprannominato “Il Capitano”, riassume la vita e lo spirito del politico olandese, che domenica 26 maggio potrebbe diventare il successore di Jean-Claude Juncker. Sarebbe il primo presidente socialista della Commissione, 15 anni dopo Romano Prodi.

In giro per l’Europa – Nato a Maastricht, in Olanda, nel 1961, parla correttamente sei lingue, tra cui l’italiano. Passa tre anni della sua infanzia a Roma, dove il padre lavora come archivista dell’ambasciata olandese. Un breve periodo, durante il quale studia alla Scuola internazionale Saint George, che lo porterà ad amare il calcio e la Roma, di cui ancora oggi è tifoso. Si laurea in lingua e letteratura francese all’Università di Nancy nel 1985 e nel periodo di leva lavora per il servizio di intelligence dell’esercito occupandosi di interrogatori dei prigionieri di guerra russi. A fine anni ’80 inizia la carriera diplomatica che lo porterà nel 1990 a essere vicesegretario dell’ambasciata olandese a Mosca e nel 1995 consigliere del commissario dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) per le minoranze nazionali Max van der Stoel. Nel frattempo, la carriera politica nazionale lo porta a essere deputato dal 1998 al 2012 e ministro degli Affari europei nel 2006 sotto il governo di Jan Balkenende e ministro degli Esteri sotto il governo di Mark Rutte nel 2012. Nel 2014 è entrato a far parte della Commissione Europea.

La carriera a Bruxelles – Nello stesso anno diventa primo vicepresidente della commissione Juncker e commissario europeo in quota socialista per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali. Una carica per la quale si è occupato di alcuni temi, come l’accordo tra Ue e Turchia sui migranti siriani del 2018, o l’adozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ambiente, diritti umani e giustizia sociale i suoi cavalli di battaglia.

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I candidati alla presidenza della Commissione europea. Da sinistra: Jan Zahradil, candidato dei Conservatori; Nico Cué di Sinistra Europea; Ska Keller dei Verdi; Margrethe Vestager dei Liberali; Frans Timmermans e Manfred Weber, candidato dei Popolari

Le proposte politiche- A novembre 2018 diventa spitzenkandidat per i socialisti, candidato presidente della Commissione europea per le elezioni del 2019. Nel dibattito del 15 maggio con gli altri avversari ha dichiarato: «Il mio obiettivo è rafforzare l’Europa e riformarla. Vorrei che le grandi aziende pagassero le tasse, che ci fosse un salario minimo, e vorrei mettere la crisi climatica nell’agenda della commissione». Fautore di un accordo con la Gran Bretagna in tema Brexit, a gennaio ha strigliato i politici inglesi citando i Rolling Stones: «You can’t always get what you want». Dopo il voto sapremo se sarà lui a trattare in prima persona con Londra.