Un’Europa sovranista non ci sarà, o quanto meno è molto improbabile. I sondaggi sulla composizione del nuovo Parlamento europeo, che verrà eletto dai cittadini dei 28 Paesi membri dell’Unione da giovedì 23 a domenica 26 maggio, ipotizzano una caduta abbastanza netta dei due grandi partiti comunitari, Socialista Popolare. Ma al contempo, buone notizie per la schiera europeista arrivano dal fronte liberale, pronosticato come la vera sorpresa della tornata. Diverso lo scenario in Italia, dove la Lega sovranista di Matteo Salvini sarà con ogni probabilità il primo partito, seguito a distanza di sicurezza da Movimento 5 stelle Partito Democratico.

Exploit liberale – Secondo i dati forniti dal Consiglio europeo per le Relazioni esterne e da Politico, la schiera dei partiti europeisti dovrebbe subire una notevole flessione, passando da 529 seggi a 474. Su questo dato pesano soprattutto le possibili debacle dei Socialisti europei e dei Popolari, rispettivamente di 45 e 53 eurodeputati rispetto al Parlamento eletto nel 2014. A impedire il tracollo di un’eventuale coalizione di partiti “sistemici” ci dovrebbe essere però l’Alde, Alleanza liberal-democratica europea, la cui crescita si attesterebbe intorno ai 38 seggi: da 67 a 105. L’Alde, che presenta come candidata alla presidenza della Commissione europea la danese Margrete Vestager, punta su alcuni ingressi illustri come la Republique en Marche di Emmanuel Macron, e su realtà politiche ormai consolidate come gli spagnoli di CiudadanosCi si aspetta una crescita importante in termini relativi (+36) anche dell’Europa delle Nazioni e delle Libertàil gruppo sovranista in cui dovrebbero confluire la Lega, gli spagnoli di Vox e l’Alternative for Deutschland tedesco, e che potrebbe arrivare a contare 73 iscritti.

Effetto Salvini – Pochi dubbi sul fatto che il primo partito italiano sarà la Lega, che nei sondaggi viaggia intorno al 30%, convertito dalle proiezioni del sito dell’Europarlamento in 26 seggi. Sarebbe una crescita enorme, visto che alle elezioni del 2014 il partito aveva mandato a Strasburgo 5 eurodeputati: 21 unità in più. Il Movimento 5 stelle dovrebbe seguire con più di 5 punti di svantaggio, ben 10 in meno rispetto alle elezioni politiche del 2018, ma potrebbe comunque aumentare il numero di seggi europei: 18 contro 17. Per quanto riguarda il Pd, il partito del segretario Nicola ZIngaretti recupererebbe molti voti rispetto alle disastrose politiche (+4%), ma perderebbe l’enorme tesoretto europeo frutto della vittoria bulgara di Matteo Renzi del 2014: sarebbero 16 gli eletti nel nuovo emiciclo comunitario contro i 31 di cinque anni fa (-15).

Affluenza in calo – Timidi segnali di ripresa per il dato dell’affluenza italiano, che i sondaggi stimano intorno al 59%. Un paio di punti percentuali in più rispetto al 2014, ma comunque la conferma di un calo costante dalla prima tornata europea del 1979, quando l’affluenza fu quasi dell’85%, a oggi. L’Italia si mantiene al di sopra della media continentale, molto bassa per via soprattutto dei dati dei Paesi dell’Europa orientale e balcanica, che spesso si aggirano intorno al 30-35%. Seguendo il trend del 2014, alle urne dovrebbe recarsi poco più del 40% degli aventi diritto, ma il dato è molto difficile da ipotizzare e non ci sono stime esatte.