Ancora locali notturni chiusi, ancora smartworking e distanziamento sociale. Aumentano i contagi, continuano le restrizioni. La Gran Bretagna proroga le misure per contrastare la variante “Delta”, il ceppo di coronavirus isolato in India che sta colpendo il Paese. La data fissata dal governo di Boris Johnson per l’eliminazione di ogni restrizione, il 21 giugno, slitterà di almeno quattro settimane. A confermarlo è lo stesso premier britannico, a margine del G7 in Cornovaglia: «I dati ci dicono che oggi abbiamo un aumento dei casi e dei ricoveri. È chiaro che la variante sia più trasmissibile e non sappiamo ancora come si tradurrà in termini di decessi. È sicuramente una questione molto preoccupante». Ed è proprio dalla preoccupazione che nasce la volontà di non rischiare un ulteriore aumento dei contagi: «Vogliamo essere sicuri che la road map delle riaperture sia irreversibile, ma non può esserlo a meno che non procediamo con cautela». Si va verso la proroga delle misure restrittive, quindi, che saranno annunciate da Johnson nel pomeriggio del 14 giugno in conferenza stampa.

Più contagi, meno anticorpi – Più contagiosa del 40-60% rispetto a quella cosiddetta “inglese”, la variante Delta spaventa la Gran Bretagna. Nel Paese è ormai il ceppo principale, con il 91% dei casi. A lei si deve l’aumento dei contagi, 7-8 mila al giorno, mai così alti da febbraio. Il timore è che sia più trasmissibile anche tra bambini e adolescenti, tornati a riunirsi e ad assaporare la socialità dopo mesi di lockdown. Al momento però non ci sono prove che provochi sintomi più gravi, la sua letalità rimane all’1%, ma questo non tranquillizza il governo inglese. L’ansia di Johnson riguarda anche l’efficacia dei vaccini nel contrastarla, o meglio, la loro non efficacia. Uno studio britannico ha evidenziato come gli anticorpi dei vaccinati abbiano un’incisività di 5,8 volte inferiore rispetto al ceppo inglese. Pfizer protegge solo al 33% dopo la prima dose, ne servono due per raggiungere il 70%.

Accuse e Draghi – Ma la Delta si incrocia anche con la politica. L’accusa a Johnson è di aver ritardato troppo i richiami, lasciando il Paese esposto e vulnerabile di fronte alle varianti. In Inghilterra infatti il 62% della popolazione ha ricevuto una sola dose, con un vaccinato su tre ancora in attesa della seconda iniezione. Un dato che preoccupa, specialmente se si pensa che per proteggere dalla variante Delta c’è chi suggerisce addirittura una terza dose. Intanto anche il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha mostrato preoccupazione per la situazione inglese, non escludendo la reintroduzione di misure restrittive per chi proviene dalla Gran Bretagna: «Se dovessero schizzare ancora i contagi, anche noi dovremmo introdurre di nuovo l’obbligo di quarantena per chi proviene dall’Inghilterra».