Dal 15 febbraio nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, gli over 50 saranno obbligati a esibire il Green Pass rafforzato, quello che si ottiene dopo aver fatto almeno due dosi del vaccino o dopo la guarigione dal Covid e che ha scadenza illimitata. La misura, prevista dal decreto legge dello scorso gennaio, rimarrà in vigore almeno fino al 15 giugno 2022 e riguarda sia gli autonomi sia i professionisti. Per chi ha già 50 anni o li compie entro quella data per andare a lavorare non sarà più sufficiente il Green Pass base, ottenuto tramite i tamponi, rapidi o antigenici.

Le regole e le sanzioni – Alcune categorie di lavoratori, quelli della sanità, della scuola e della sicurezza, era già obbligati ad avere il Green Pass rafforzato senza limiti di età e dal 1 febbraio gli ultracinquantenni non vaccinati rischiano una sanzione di 100 euro, una tantum. Da domani, 15 febbraio, le multe per gli over 50 sul lavoro senza certificazione verde saranno più alte, da 600 a 1.500 euro. I possibili trasgressori, che si stima siano oltre un milione e mezzo, saranno inoltre considerati assenti ingiustificati. Non subiranno conseguenze disciplinari e avranno il diritto di conservare il posto di lavoro, ma non avranno la retribuzione. Potranno essere sostituiti con il ricorso a contratti a termine della durata di 10 giorni, rinnovabili più volte. Scenario diverso per chi è esentato dall’obbligo vaccinale per motivi di salute: questa categoria di persone riceverà regolarmente lo stipendio ma avrà mansioni diverse in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio.

Le reazioni della politica – «Penso e spero che con il 31 marzo e la fine dello stato d’emergenza, si superino i divieti, obblighi, restrizioni, Green pass e Super Green pass». Così il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato in diretta su Rtl 102.5 la norma che impone l’obbligo di Green Pass sul lavoro per gli over 50. Salvini, alla prima uscita dopo il tampone negativo (era risultato positivo durante lo screening che ha anticipato il discorso di Mattarella in Parlamento), ha aggiunto: «Così sta facendo il resto del mondo, non capisco perché non si debba fare in Italia dove abbiamo il 90% dei vaccinati o guariti. Non possiamo essere quelli con più restrizioni». Nel governo c’è invece chi prosegue sulla linea della cautela e del rigore. «Sull’obbligo del Super Green Pass rinforzato degli over 50 dobbiamo essere rigidi, andando anche oltre la scadenza del 15 giugno. Siamo convinti della scelta presa e dobbiamo assolutamente tenere il punto», ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Pensiero condiviso anche dal ministro della Salute Roberto Speranza: «Stiamo piegando la curva dei contagi, ma non ne siamo ancora fuori».

La situazione nei paesi europei – L’Italia non è l’unico Stato ad aver imposto l’obbligo vaccinale sui luoghi di lavoro. In Francia dal 24 gennaio chi lavora in esercizi aperti al pubblico è costretto a presentare un pass che dimostri di aver completato l’iter vaccinale. Stesso discorso per Germania e Austria. In Spagna rimane solamente l’obbligo di mascherina anche all’aperto e in Portogallo le autorità raccomandano di condurre test ai dipendenti e di permettere lo smart working dove possibile. Anche in Belgio e Olanda c’è più flessibilità, con la richiesta delle autorità di far lavorare i dipendenti da casa. Svezia e Danimarca, invece, hanno già detto addio a quasi tutte le restrizioni e la Gran Bretagna farà lo stesso a partire dal 21 febbraio.