Se mai un giorno dovessero disputarsi le Olimpiadi dello smartphone, una delle discipline in gara sarebbe Candy Crush. Il gioco dove si sale di livello incastrando caramelle in una tabella è uno dei più popolari, con oltre un miliardo di download solo sul Play Store di Google. A confezionare tutti quei dolci fatti di codice c’è la mano di Riccardo Zacconi, italiano che da 27 anni vive all’estero.

Born to code – La mattina di martedì 23 febbraio è tornato in Italia, ma solo per qualche ora. A Milano, sul palco dell’UniCredit Pavilion di piazza Gae Aulenti, ha partecipato alla presentazione del nuovo Corriere Innovazione. Sulle pagine del mensile targato RCS ha presentato il suo progetto per portare in Italia l’Ecole 42 di Parigi, una scuola di programmazione senza insegnanti dove gli studenti apprendono tutto grazie a un software. Per concludere il percorso accademico bisogna superare 21 livelli, come fosse un videogioco, e le valutazioni vengono assegnate dagli stessi studenti in base a un sistema di crediti.

Riccardo Zacconi intervistato dal direttore di Corriere Innovazione Massimo Sideri

Due dollari a testa – Per Zacconi, l’Ecole 42 è solo il primo passo di un lungo percorso per permettere all’Italia di competere in ambito tecnologico con il resto del mondo. «Qui c’è un grande potenziale non utilizzato. Se prendiamo gli investimenti per le start up e il numero di persone che vivono in un Paese, in Inghilterra vengono investiti ogni anno 60 dollari a testa, negli Stati Uniti 240 dollari, in Svezia 120 dollari mentre in Italia solo due». Oltre agli investimenti, per il re delle caramelle digitali c’è anche un problema di ambizioni. «Molti imprenditori italiani hanno la tendenza a focalizzarsi solo sulla loro nazione. Finché i prodotti rimangono pensati solo per gli italiani, non si potrà mai avere accesso agli investitori internazionali, né tanto meno arrivare in mercati più grossi, come quello americano o cinese».

La storia – Zacconi conosce bene l’arena internazionale perché è qui che ha costruito la sua carriera. Dopo una laurea in economia e commercio, parte per la Germania, destinazione Monaco. Qui lavora come consulente aziendale, comincia a specializzarsi in internet e incontra cinque ragazzi svedesi, i suoi futuri soci. Dopo otto anni parte per Londra e con i colleghi conosciuti a Monaco fonda King, l’azienda di videogiochi dove verrà progettato Candy Crush. Nel 2015, a 48 anni, vende la sua compagnia al colosso americano Activision per 5,9 miliardi di dollari. Ora continua a guidare King, un’azienda dove lavorano oltre 2mila persone.

Fallimenti – L’ultimo passaggio del suo intervento, Zacconi lo lascia al un concetto molto diffuso nella Silicon Valley: «Fail fast and restart», fallisci in fretta e ricomincia. «Per creare qualcosa di nuovo bisogna fallire. Certo, puoi continuare a fare qualcosa che già esiste ma se vuoi vincere a livello mondiale, devi innovare».