Ospedale San Timoteo di Termoli (CB) / Google Maps

Medici militari arruolati in corsia. Per l’esattezza 105, non pochi. Non si parla di emergenze in qualche ospedale da campo in una zona sperduta del pianeta ma delle strutture sanitarie del Molise, in particolare quelle di Isernia e Termoli (Campobasso). Specialisti chiamati a sopperire alle carenze di personale per almeno cinque mesi: «È il termine di tempo necessario affinché il ‘Decreto Calabria’ possa essere definitivamente approvato, così nel frattempo si potranno portare a termine i concorsi» osserva Angelo Giustini, commissario regionale alla Sanità. La misura straordinaria è stata inserita nel Decreto Calabria approvato alla Camera il 30 maggio per evitare che i reparti di ortopedia e traumatologia degli ospedali interessati chiudessero i battenti a partire da mercoledì prossimo. Il centinaio di camici bianchi chiamato all’appello in Molise verrà distribuito su tutte le strutture in difficoltà su indicazioni di Giustini e del colonnello Antonello Arabia, che negli ultimi giorni hanno stabilito le esigenze di ogni struttura per «superare l’agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all’equità e universalità di accesso dei cittadini».

«Ancora viaggi della speranza» – In una lunga nota, il commissario Giustini ha evidenziato i problemi che hanno portato all’adozione della misura straordinaria: «Il problema del turn over ormai è conosciuto da anni e blocca di fatto le assunzioni del personale sanitario. Ad esso va aggiunta una cattiva gestione politica regionale che, dopo 12 anni dall’avvio del Piano di rientro, ha creato un debito di 22 milioni e non ha risolto problemi». L’inappropriata programmazione sanitaria ha creato, come conseguenze, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti nel Sistema sanitario regionale. Nonostante l’arrivo dei medici militari, quindi, non sono da escludere chiusure di reparti, tanto che secondo Giustini per i cittadini molisani «si profilano ancora viaggi della speranza».

Serie di incontri – A Roma paiono essere consapevoli dell’emergenza molisana, tanto che per oggi sono previste due riunioni al ministero della Salute e della Difesa, «nella speranza di offrire respiro nella situazione soffocante», continua Giustini. Per scongiurare il rischio di razionamento dell’offerta sanitaria e dei servizi per il soddisfacimento dei bisogni della salute dei cittadini, però, serve «che ognuno faccia la sua parte per le proprie competenze».

Cos’è il Decreto Calabria – Il passaggio dalle aule parlamentari in corso in questi giorni è necessario per convertire in legge il decreto approvato dal Consiglio dei ministri in trasferta a Reggio Calabria a metà aprile. Le priorità del testo ora in esame al Senato e che riguarda principalmente la situazione della sanità calabrese sono due: ripristinare i livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria e rimediare ai disavanzi accumulati dalla sanità locale. Con il Dl Calabria dovrebbero aumentare i controlli da parte dei commissari straordinari sui direttori amministrativi e sanitari. L’approvazione del decreto alla Camera era arrivata nel giorno delle dimissioni di Edoardo Rixi e aveva portato alle dimissioni anche di Dalila Nesci, relatrice del provvedimento in quota Cinque Stelle accusata di conflitto di interessi visto che uno dei suoi collaboratori è candidato per il posto di commissario in un’azienda sanitaria locale.