Le proteste scoppiate a Bruxelles (foto/Ansa)

Le nuove misure anti-contagio infiammano l’Europa centrale: Belgio e Paesi Bassi sono stati terreno di scontro tra i manifestanti no vax e no Green pass e la polizia. Migliaia le persone scese in strada per contestare i tentativi dei governi di frenare l’impennata di casi Covid. La quarta ondata infatti si sta abbattendo sull’intero continente e a pagarne le conseguenze sono i Paesi con i più bassi tassi di vaccinati. Il Belgio nelle ultime settimane ha registrato il record di casi da un anno, con una media di quasi 10.300 contagi al giorno.

Le proteste a Bruxelles – In 35mila si sono presentati nel primo pomeriggio di domenica 21 novembre alla stazione della capitale belga, per protestare contro l’inasprimento delle misure anti contagio annunciate dal governo. Secondo quanto deciso dal premier De Croo l’accesso a bar e ristoranti sarà vietato ai non vaccinati. Quella che era stata pensata come una manifestazione pacifica attraverso la città di Bruxelles, si è però trasformata in una guerriglia urbana, dopo che gruppi di partecipanti hanno iniziato a lanciare contro la polizia fuochi d’artificio e oggetti vari, tra cui bidoni della spazzatura. Gli agenti hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Ma il tentativo di disperdere il corteo non ha fatto altro che fomentare la violenza dei manifestanti, molti dei quali indossavano cappucci e sventolavano bandiere neonazionaliste delle Fiandre. I disordini sono esplosi a pochi passi dai palazzi dell’Unione europea e dalle ambasciate di Stati Uniti e Russia, nel pieno del centro cittadino. Le auto della polizia sono state prese d’assalto e alcuni mezzi dati alle fiamme.

Arresti e feriti – «Dopo gli incidenti abbiamo arrestato 44 persone», ha detto Ilse Van de keere, portavoce della polizia cittadina. Un manifestante e tre agenti sono rimasti feriti durante gli scontri. I danni causati alla città non sono ancora quantificabili, ma gli atti vandalici hanno colpito auto, vetrine e case private. Il sindaco di Bruxelles ha duramente condannato la protesta, chiedendo alla polizia di analizzare i video per procedere con gli arresti. Nel frattempo gli organizzatori del corteo hanno preso le distanze dai membri violenti.

Rivolte in Olanda – L’annuncio di un nuovo lockdown ha scatenato proteste anche nei Paesi Bassi. Domenica 21 novembre, per la terza notte consecutiva, i manifestanti hanno acceso fuochi d’artificio e vandalizzato proprietà private in diverse città del Paese: a Groningen, Leeuwarden, Enschede e Tilbrug. Nei giorni precedenti erano state investite dalle rivolte anche Limburg, Urk, la provincia di Flevoland e L’Aja, dove si sono registrati il maggior numero di fermi. Ma è da Rotterdam che il 19 novembre sono partiti i disordini, per poi diffondersi in tutta l’Olanda. Qui la manifestazione si è presto trasformata in caos e la polizia ha  deciso di ricorrere alle armi: gli agenti hanno aperto il fuoco sulla folla, causando quattro feriti. Da qui l’escalation di violenze nelle altre città, dove per fermare le proteste si è preferito però utilizzare cannoni ad acqua, cani poliziotto e agenti a cavallo. In totale, dopo tre giorni di rivolte, si contano più di 100 arresti e almeno 12 feriti. Il premier olandese Mark Rutte ha definito i disordini «atti di pura violenza da parte di idioti con il pretesto di essere infelici per le restrizioni sanitarie».