No a didattica a distanza con un solo positivo in classe; “quarantena selettiva” se i contagiati sono due; con tre si passa alla dad. Sono queste alcune delle nuove regole contenute nella bozza della Nota tecnica per la gestione dei casi Covid in ambito scolastico, diffusa il 3 novembre ed elaborata da un “tavolo di sicurezza” composto da esponenti del ministero dell’Istruzione, della Salute, dell’Istituto di Sanità e delle Regioni. A seconda del numero di casi in una classe, si applicheranno norme diverse per la gestione del contagio. Il documento sarà presentato ai sindacati alle 15.30 del 4 novembre, per poi essere diramato a breve agli istituti scolastici. Già nella giornata del 3 novembre le sigle avevano denunciato uno scarso coinvolgimento nella stesura della Nota e perplessità sulle prerogative dei presidi nella gestione dei contagi.

Le norme – Per avere la versione ufficiale del testo si dovrà attendere l’incontro delle 15.30. Tuttavia, ci sono già alcune indiscrezioni. Secondo l’ultima bozza circolata, le Asl non potranno più intervenire nella gestione dei casi positivi a scuola. Sarà il preside che dovrà segnalare i casi sospetti e agire in modo conforme alla Nota. Chi è entrato in contatto con un positivo dovrà effettuare un tampone gratuito, molecolare o salivare, e non potrà rientrare in aula fino al risultato del test. In caso di negatività, si ritorna alle normali attività. Se invece l’esito è positivo, il documento prevede due casistiche, una per gli asili e la seconda per gli altri cicli di istruzione.

Le regole nella scuola dell’infanzia – Al primo bambino risultato positivo si impone un periodo di quarantena di dieci giorni, al termine del quale dovrà ripetere il test per poter ritornare in aula. Gli insegnanti e gli educatori di quella classe dovranno fermarsi da 7 a 10 giorni, seguendo le indicazioni caso per caso del Dipartimento della Prevenzione (DdP). Non succederà nulla per gli altri membri dell’istituto, salvo controindicazioni da parte del DdP. Discorso diverso se a risultare positivo è un insegnante o educatore. In questo caso viene confermata la quarantena di dieci giorni ai suoi alunni. Per i colleghi vale un trattamento differente a seconda di quando hanno assunto il vaccino. I docenti vaccinati o negativizzati nei precedenti 6 mesi dovranno effettuare subito un tampone e potranno rientrare qualora fosse negativo. Il test dovrà essere ripetuto dopo cinque giorni. Gli altri dovranno sottoporsi a una quarantena fino a 10 giorni. Nel caso invece in cui uno o più insegnanti oltre al primo sospetto risultino positivi, la quarantena si imporrà a tutti coloro che hanno svolto attività insieme al caso indice. Fatte salve precise indicazioni del DdP, gli altri operatori scolastici e i membri delle altre sezioni non sono tenuti a tamponi o restrizioni.

Le regole nelle scuole primarie e secondarie – Le regole per le scuole elementari, medie e superiori sono più stringenti. Se il primo caso è un ragazzo, i compagni dovranno sottoporsi a un test, da ripetere dopo cinque giorni. Se gli alunni positivi sono due, i compagni sono sottoposti a norme differenti. Per gli studenti vaccinati negli ultimi 6 mesi ci sarà una “sorveglianza” con tamponi. Per gli altri, la quarantena. I docenti che hanno insegnato nella classe con un alunno positivo dovranno seguire delle misure commisurate alle norme anti-contagio attuate. Anche qui vale la distinzione tra insegnanti vaccinanti o negativizzati da sei mesi e gli altri. Ai primi non si impone la quarantena, al contrario dei secondi. Se il caso sospetto è un insegnante vaccinato da sei mesi, ci sarà l’obbligo del tampone e la possibilità di rientro in caso di negatività. Altrimenti quarantena. Per gli alunni cambia poco: le norme sono le stesse di quando a essere positivo è un compagno. Diverso il discorso per i colleghi della stessa sezione: dovranno sottoporsi a uno screening con tampone per accertarsi di non avere contratto il virus. Se gli insegnanti positivi di una classe risultano due, per i colleghi vale la distinzione tra vaccinati da sei mesi e gli altri. Ai primi test con possibilità di rientro, ai secondi l’obbligo di restare a casa. Infine, se in un gruppo classe risultano tre contagi tra alunni e docenti, la quarantena si imporrà a tutti. In generale, le altre sezioni e gli altri operatori scolastici estranei alla classe dove si è registrata una positività non sono tenuti ad effettuare tamponi o quarantene.

I commenti dei sindacati – Insieme alle indiscrezioni sulla bozza, sono arrivati anche i primi commenti da parte delle sigle sindacali. Secondo Graziamaria Pistorino della Flc Cgil ci sarebbe «troppa responsabilità sui presidi», indicati come principali referenti per la gestione dei contagi. «Abbiamo contrastato in modo netto l’idea che il dirigente scolastico possa ancora una volta assumersi una serie di compiti», prosegue la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Sotto accusa anche il modus operandi dell’esecutivo: «Non siamo stati coinvolti, le decisioni sul documento sono unilaterali» sostiene Pino Turi, a capo di Uil Scuola.