A seguire dal principio l’iter di approvazione del Codice della strada, sono state le associazioni che si occupano di sicurezza stradale e prevenzione. Si sono fatte sentire anche in momenti istituzionali e hanno stimolato la modifica della bozza. Le proposte sono state però bocciate dalla maggioranza. Tra queste associazioni c’è anche quella intitolata e dedicata a Lorenzo Guarnieri, il 17enne toscano travolto e ucciso nel 2010 da una macchina guidata da un uomo ubriaco e drogato. Contro le nuove norme ha protestato proprio suo padre, Stefano Guarnieri, che si è battuto per l’introduzione del reato di omicidio stradale con il Governo Renzi e da anni lavora per la sicurezza sulle strade.
Il nuovo Codice della strada aumenta le pene e le sanzioni per l’omicidio stradale e non solo. È una novità positiva?
«La riforma ha molte più ombre che luci. L’omicidio stradale viene appesantito ma, a detta di molti, istituire le Ztl e le aree 30 sarà più complicato. La cosa più grave è la lotta totale agli autovelox. Rispetto ad una prima formulazione della legge, una manina invisibile ha fatto togliere la doppia caratteristica dell’approvazione e dell’omologazione degli apparecchi»
In che senso?
«La Cassazione ha stabilito che gli autovelox devono essere omologati, ma in Italia non è mai stato fatto un decreto ministeriale per definire i criteri dell’omologazione. Come avevamo chiesto, potevano inserire entrambe le possibilità, approvazione e omologazione, per evitare ricorsi in caso di contestazioni»
Sembra che Lei non abbia un giudizio positivo sul nuovo Codice della strada
«La Legge toglie ai poveri della strada, che sono i pedoni e i ciclisti, per dare ai ricchi della strada, che sono gli automobilisti. Favorisce molto il traffico su quattro ruote e massacra le due ruote. Tutto questo mentre vengono ridotti nella manovra economica gli investimenti sulla sicurezza stradale di circa 154 milioni di euro. Servirebbero maggiori risorse per avere strade più sicure in ottica preventiva. Diciamo che questo Codice della strada è in linea con il pensiero della parte politica del governo»
Cos’altro non la convince?
«La distanza di 1,5 metri per il sorpasso dei ciclisti da parte degli automobilisti è obbligatoria “ove possibile”. Ma come si può scrivere in una Legge “ove possibile”? E poi le sanzioni per diversi illeciti, come l’uso del cellulare, vengono inasprite se il conducente ha meno di dieci punti sulla patente. Ma sono in pochissimi, circa il 2%, a trovarsi in questa condizione. Ormai i punti si cumulano di anno in anno e l’effetto della patente a punti non ha più la stessa valenza che aveva in origine»
È stata lanciata una raccolta firme contro quello che è stato ribattezzato il “codice della strage”. La vostra associazione cosa farà adesso?
«Noi continueremo a lavorare sulla prevenzione, facendo educazione stradale e andando nelle scuole»