A Kiev mancano le munizioni. Secondo le ultime stime europee citate dall’Alto rappresentante Josep Borrell, la Russia utilizza quotidianamente quasi sette volte i proiettili dell’Ucraina, che si aggirano intorno ai 7000 al giorno e ai due milioni e mezzo l’anno. L’Unione Europea cerca di correre ai ripari proponendo un piano per aumentare la produzione di munizioni, con la possibilità di utilizzare anche i fondi del Pnrr. Questo dovrà essere approvato dagli Stati membri e dal Parlamento Europeo.
Produrre munizioni – L’Unione Europea ha l’obiettivo di investire nell’industria militare per produrre un milione di munizioni all’anno e continuare così a sostenere l’Ucraina. Il piano, annunciato dal commissario per il Mercato interno Thierry Breton, prevede in tutto di raggiungere un miliardo di euro di fondi: 500 milioni dell’Ue e 500 degli Stati membri. Il suo nome è Act in Support of Ammunition Production, il cui acronimo è Asap: lo stesso di “as soon as possible”, il prima possibile. Il piano consentirebbe la produzione delle munizioni di artiglieria utilizzate da cannoni e obici, quelle di cui l’Ucraina ha più bisogno. In conferenza stampa, Breton ha fatto riferimento ai proiettili di calibro 155 mm, utilizzati dai cannoni europei, e di calibro 152 mm, usati dai cannoni sovietici di cui dispone Kiev.
Un piano più ampio – Asap è parte di un piano presentato a marzo, che è diviso in tre pilastri: il primo prevede lo stanziamento di un miliardo per rimborsare parzialmente i Paesi che hanno fornito munizioni all’Ucraina. Il compenso è compreso tra i 1000 e i 1300 euro a proiettile, molto inferiore al loro reale valore che si aggira sui 4000 euro ciascuno. Il secondo pilastro ha previsto un altro miliardo da utilizzare per l’acquisto di munizioni per Kiev: un progetto a lungo frenato dalla richiesta della Francia di rivolgersi esclusivamente a imprese Ue o della Norvegia. Un compromesso è stato trovato acquistando da aziende con sede in Europa o in Norvegia, ma i componenti potranno provenire in parte dall’estero. La produzione di munizioni annunciata il 3 maggio rappresenta quindi il terzo pilastro.
Le polemiche – «I Paesi che lo vorranno potranno utilizzare i fondi del Pnrr per aumentare la produzione delle munizioni». Le parole di Breton hanno creato indignazione in Italia, a partire da quella del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: «Non permetteremo che i 209 miliardi del Pnrr possano essere utilizzati per armi e munizioni anziché per asili nido, sanità e ambiente. Quei fondi servono a rialzare l’Italia non a fare la guerra». Della stessa opinione il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Avevo capito che il Pnrr servisse a risollevare i Paesi europei dal disastro della pandemia. Invece scopro che serve a ingrassare le richieste belliche del Continente».