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Forse torneranno di moda gli aquiloni, visto che i più piccoli dovranno dire addio ai palloncini. I picnic? Solo con stoviglie al seguito. Era nell’aria da tempo, adesso è ufficiale: addio alla plastica usa e getta. La Ue ha deciso: gli Stati membri dovranno recepire la “direttiva salvamare” la cosiddetta Sup, Single use plastic. L’obiettivo è quello di mettere un freno all’inquinamento che sta soffocando, tra gli altri, il nostro Mediterraneo. Vale a dire che i Paesi del’Unione (l’Italia ha recepito la direttiva già ad aprile con un’ampia maggioranza in Senato) saranno obbligati a vietare la produzione e la vendita di prodotti monouso di plastica, compresa quella biodegradabile. Il rischio, per i disobbedienti, è di subire una procedura di infrazione: unica eccezione ammessa da Bruxelles, i manufatti lavabili e riutilizzabili. La data segnata in rosso è il 3 luglio, termine ultimo per adeguarsi: da quel momento, le nostre feste non saranno più le stesse. E, con esse, molte delle nostre abitudini.

Cosa cambia – Piatti, bicchieri, posate di plastica, bottiglie con capacità fino a tre litri, tappi, coperchi, cannucce palloncini. Secondo uno studio della Commissione europea sull’inquinamento dei mari questi prodotti sono i principali responsabili dell’inquinamento delle nostre acque: nei loro confronti, dunque, si è scatenata l’offensiva di Bruxelles. Ma non solo: la direttiva entra anche nei nostri bagni. Al bando oggetti di uso comune come cotton-fioc, assorbenti, tamponi e salviette igienizzanti. Costretto a reinventarsi anche il settore del packaging alimentare, i contenitori del cibo non potranno più essere di plastica oxo-degradabile ma solo di carta o al massimo di plastica biodegradabile al 100%. Divieti anche nel mondo della pesca, che dovrà fare a meno delle tradizionali lenze e reti, tra le prime a essere abbandonate negli oceani. Infine, tempi duri per i fumatori: anche i filtri di sigaretta saranno colpiti dalla direttiva comunitaria

Le reazioni – L’alternativa proposta dall’Europa non prevede il ricorso ai prodotti biodegradabili né al riciclo: bensì il lavaggio e il riuso. Molti studiosi denunciano un impatto ambientale ritenuto addirittura peggiore, a causa del maggiore utilizzo di acqua, energia e detergenti, oltre che per i problemi di igiene e sicurezza sanitaria imposti dalla pandemia. Proprio dall’Italia si levano alcune delle voci più critiche contro il provvedimento. Inventato nel 1954 dal Nobel Giulio Natta, il polipropilene ha fatto particolare breccia nel cuore degli italiani, che contano i principali produttori in Europa dei piatti di plastica sottile (quelli bianchi). «La direttiva uccide la manifattura del nostro Paese – ha dichiarato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha auspicato l’intervento del commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni – la sua applicazione sottoporrebbe l’industria italiana ed europea a un’interpretazione giuridicamente infondata, del tutto inaccettabile per gli interessi nazionali». Gli ha fatto eco il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, secondo cui «il provvedimento è assurdo». Ma i no alla direttiva non arrivano solo dal governo italiano: «Le linee guida della Commissione europea sulla plastica usa e getta — ha commentato Justine Maillot, coordinatrice politica dell’Ong Rethink Plastic Alliance —  sostituiscono un monouso con un altro e lasceranno i cittadini quantomeno confusi, quando incontreranno oggetti che si comportano come le plastiche monouso etichettati come plastic-free»