Mancano oltre 140 milioni di cittadini statunitensi all’appello di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Eppure la campagna di somministrazione a stelle e strisce continua a rallentare. Tanto che alcuni Stati hanno ridotto sensibilmente le richieste: il Wisconsin ha domandato al governo federale che vengano consegnate l’8% delle dosi previste, mentre l’Arkansas ha deciso di interrompere le consegne per una settimana.

I dati – Sempre meno persone vengono vaccinate ogni settimana. Dal picco di 3,38 milioni di somministrazioni giornaliere, registrato il 13 aprile, il numero si è ridotto a 1,98 milioni. Finora sono state utilizzate 257 milioni di dosi su un totale di 329 milioni consegnate. Il sistema federale di consegne, basato sulla popolazione dei singoli Stati, verrà modificato: il presidente Joe Biden ha annunciato che per le spedizioni verrà considerata la domanda delle singole entità amministrative. Gli Stati in cui la campagna sta subendo i ritardi maggiori sono quelli del profondo Sud. Il rischio è che la circolazione delle varianti più contagiose possa provocare nuovi focolai. Per questo nelle prossime settimane verranno investiti milioni di dollari per mettere in pratica il nuovo sistema: i grandi centri vaccinali saranno via via sostituiti da siti più piccoli; sarà poi possibile ricevere una dose nelle farmacie senza appuntamento e cliniche mobili saranno allestite per raggiungere le zone rurali. Il prossimo fronte è quello degli adolescenti: nei prossimi giorni verrà approvato l’utilizzo di Pfizer per i circa 20 milioni di giovani americani con un’età compresa tra i 12 e i 15 anni.

Le ragioni – La frenata, è il parere degli esperti, era prevedibile. Se durante i mesi invernali il numero di appuntamenti  richiesti superava quelli disponibili, oggi che la cura è più accessibile non c’è alcuna “corsa alla dose”. Secondo le autorità federali, le persone che ancora non hanno aderito alla campagna fanno parte di tre macrogruppi: chi è troppo isolato e perciò difficile da raggiungere, chi è scettico e rifiuta la dose, anche se disponibile, e infine coloro i quali rifiutano in toto la vaccinazione. C’è poi una ragione psicologica: il costante declino del numero di morti e contagiati – il 9 maggio sono stati rispettivamente 246 e 22.391 – spinge molti a rimandare l’immunizzazione. Per questo, il governo federale punta a sfruttare le libertà di cui possono godere i vaccinati.

A Washington, due cittadini si godono la pinta omaggio (foto Ansa)

Gli incentivi – Per sollecitare i cittadini all’inoculazione, Stati e città sono ricorsi a “promozioni” piuttosto fantasiose. Le autorità del New Jersey hanno annunciato che, per tutto il mese di maggio, chiunque riceverà la prima dose avrà una birra in omaggio. Un’iniziativa simile è stata presto replicata nella città di Washington D.C. A Detroit, il sindaco ha promesso carte prepagate da 50 dollari per chiunque aderisca alla campagna. Il governatore del Maryland ha rilanciato e ha offerto un pagamento di 100 dollari.