Via libera ai vaccini agli italiani in vacanza. Lo ha annunciato il commissario straordinario Francesco Figliuolo in una lettera ai presidenti delle Regioni: la somministrazione sarà possibile in tutta Italia, ma limitata alla seconda dose e per motivi eccezionali. Verrà prevista una compensazione regionale di dosi in base al numero di richieste da parte dei turisti.

La lettera – «Laddove per eccezionali motivi dovesse rendersi necessaria la somministrazione della seconda dose a lavoratori e turisti che soggiornano al di fuori della Regione di residenza per un periodo di permanenza congruo, questa struttura, qualora informata con adeguato preavviso, è disponibile al riequilibrio delle dosi da distribuire». Il via libera del generale è arrivato dopo l’invito delle Regioni ad aprire alla profilassi fuori dai luoghi di residenza durante le vacanze estive, che quest’anno coincidono con gran parte dei richiami della campagna anti Covid-19. Ma l’assenso presenta alcuni limiti: niente prima dose fuori dalla Regione di residenza o domicilio, nessun diritto al vaccino per chi si ferma solo per brevi soggiorni. Sarà inoltre necessario farne richiesta in anticipo, anche se non è ancora chiaro con quali tempistiche.

«Più spot che necessità» – Il motivo di tali precisazioni è il fatto che la campagna vaccinale è già flessibile. Ad esempio tutti possono chiedere di spostare la seconda dose, nel caso in cui l’appuntamento coincidesse con le vacanze, entro i tempi stabiliti per Moderna (21 giorni), Pfizer (42 giorni) e AstraZeneca (tra le 8 e le 12 settimane). Un sistema più “rigido” permette di evitare un numero di richieste eccessive, limitandole ai soli casi eccezionali, che diventano «più uno spot che una necessità».

Il ruolo delle Regioni – Saranno le Regioni a gestire l’inooculazione delle seconde dosi ai turisti e a chi ne avrà diritto. La registrazione avverrà con i sistemi già presenti sul luogo di villeggiatura. Nella lettera Figliuolo sottolinea che «già siamo organizzati per i lavoratori non residenti o chi si sposta in altra Regione per lungo tempo. Le attuali procedure, qualora correttamente implementate, già consentono la regolare tenuta dei flussi informativi». Il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato: «Non ci saranno fiumi in piena di turisti che chiederanno di vaccinarsi, però è un bel segnale di sensibilità, di attenzione e anche di raffinatezza del servizio dell’ospitalità. Ben venga dunque questa decisione, che, ovviamente, aveva bisogno di una regia nazionale perché si coinvolgevano molte Regioni». «L’unico fattore limitante – aggiunge ancora Zaia –  potrebbe essere la disponibilità di vaccini». A Zaia ha fatto eco il presidente della Liguria Giovanni Toti: «La Liguria aveva chiesto il via libera per prima insieme al Piemonte, grazie all’accordo firmato con il presidente Alberto Cirio, e già nelle prossime ore metteremo a punto gli ultimi aspetti tecnici. Pronti a partire!».