Ci sono voluti mesi per stabilire il legame tra il vaccino AstraZeneca e i rari casi di trombosi atipica che hanno messo in dubbio la sicurezza del farmaco anti-Covid dell’azienda britannica. Ma dopo l’accordo della comunità scientifica sull’ «arma del delitto» – cioè il vaccino sviluppato a Oxford – le ricerche sono proseguite e gli scienziati credono di aver individuato anche il “trigger”, cioè il grilletto che innescherebbe la formazione di coaguli responsabili della morte di alcune decine di persone in Europa (soprattutto giovani donne).
Una proteina naturalmente presente nel sangue sarebbe attratta come da un magnete da una componente del vaccino, rivela uno studio dell’Università di Cardiff pubblicato su Journal Science Advances . Il processo genererebbe poi una reazione a catena che, coinvolgendo il sistema immunitario, culmina nella formazione di trombi.

Il meccanismo del grilletto – Alla base delle conseguenze negative ci sarebbe la tecnologia utilizzata dal vaccino AstraZeneca. Mentre i vaccini a mRna utilizzano una microsfera di grasso per proteggere il codice genetico che deve arrivare alla cellula umana per generare una risposta immunitaria, il vaccino sviluppato a Oxford si è servito di un adenovirus (cioè di un virus del raffreddore comune nei grandi primati come gli scimpanzé) come postino per recapitare il messaggio.

 

La reazione a catena che genera la formazione dei coaguli, secondo lo studio dell’università di Cardiff

Proteine killer – Da subito indicato come indiziato numero uno, l’adenovirus è stato immortalato con microscopi ad altissima risoluzione, capaci di identificarne la struttura molecolare. Lo studio ha rivelato che la superficie esterna del vettore virale è ricoperta da proteine con una forte carica negativa. Come una calamita, queste attraggono a sé le «piastrine di tipo 4» presenti nel sangue che invece sono positive. È a questo punto che può accadere la catastrofe, ma le fasi successive snodi della reazione a catena sono ancora da verificare. L’ipotesi più plausibile è che il sistema immunitario di alcune persone si inganni: scambia le piastrine di tipo 4 per il virus e invia i suoi anticorpi per distruggerle. In alcuni rari casi, però, gli anticorpi, anziché sciogliere l’agglomerato di piastrine, si ammassano su di esse e a questo punto il trombo potenzialmente fatale è formato e va in circolo nella corrente sanguigna. Gli scienziati hanno battezzato questi coaguli come “trombi vaccino-indotti” e sono responsabili della morte di 73 vittime accertate nel Regno Unito a fronte di oltre 50 milioni di dosi somministrate.

La difesa – AstraZeneca, che ha contribuito alla ricerca insieme all’Università di Cardiff e a un team di ricercatori americani ha sottolineato che, secondo le stime, il vaccino avrebbe salvato almeno un milione di vite nel mondo. Mentre il professor Alan Parker, il ricercatore che ha guidato il team gallese ha dichiarato alla Bbc che «prevedere queste morti prima in fase di trial clinico sarebbe stato impossibile, data l’incidenza estremamente rara».