La memecoin di Fabrizio Corona deve fermarsi qua. La Consob, Commissione nazionale per le società e la borsa, ha giudicato abusiva l’offerta al pubblico della moneta digitale dell’imprenditore, ordinandone la cessazione. $CORONA, ospitata dalla piattaforma blockchain Solana, è stata messa in commercio senza che alla Consob venisse notificato il documento informativo richiesto dal Micar, il regolamento Ue che disciplina i mercati di cripto-attività. La moneta, lanciata nella notte tra il 22 e il 23 febbraio con un annuncio sulla pagina Instagram di Corona, è arrivata a sfiorare gli 800.000 dollari di capitalizzazione totale già il 24 febbraio, ma al picco è corrisposto un crollo del 42% nelle 24 ore immediatamente successive. Il sito Decripto, analizzando i movimenti degli utenti sul wallet, ha ipotizzato un’operazione di rug-pull, una truffa analoga a quella avvenuta per la criptovaluta del presidente argentino Javier Milei. Corona ha smentito questa ipotesi sui propri canali social.
Cos’è una memecoin – Sul sito getcoronamemes.com, ora bloccato, da cui veniva promossa la criptovaluta, si leggeva tra le piccole avvertenze in fondo alla pagina: «$Corona non possiede alcun valore finanziario intrinseco, non offre diritti o proprietà e non è destinato a essere, né deve essere considerato, un’opportunità di investimento, un contratto di investimento o un titolo finanziario di alcun tipo». Le memecoin infatti hanno un valore che cresce in base alla loro domanda, ma non sono legate a istituzioni finanziarie. Non sono valute e non possono quindi essere usate per fare acquisti. Sono token nati per gioco o “per il meme“. Quello di Corona era pensato «per la community delle memecoin, per coloro che apprezzano la cultura pop, la provocazione e il divertimento associato a questo mondo», si leggeva sul sito: «un memecoin puramente goliardico».