Le case d’Europa saranno più verdi. Il 12 marzo a Bruxelles è stata approvata l’Energy performance of building directive (Epbd), cioè la direttiva sulle case green che stabilisce le norme per l’efficientamento energetico delle abitazioni. L’accordo è stato raggiunto con 370 voti  a favore, 199 contrari  e 46 astenuti, ma per il momento si tratta soltanto di un’intesa politica. Dovrà essere confermata formalmente al Consiglio di Economia e finanza (Ecofin) del 12 aprile e, per entrare in vigore, bisognerà attendere che sia ratificata dai singoli governi nazionali. In Italia, sarà legge solo con un provvedimento pubblicato in Gazzetta ufficiale.

La direttiva – Lo scopo della direttiva è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si parte dalla riduzione delle emissioni che arrivano dalle case ma anche dai lavori di ristrutturazione, che dovranno avere impatto zero entro il 2030. I Paesi europei dovranno presentare una strategia di attuazione della direttiva entro due anni. Sarà in questo documento che verranno stabiliti nel dettaglio tempi, criteri di adeguamento e soggetti interessati dalle nuove disposizioni. Si stima che in Italia cinque milioni di case saranno costrette ad adeguarsi ma sarà il singolo Paese a decidere come e in quanto tempo questo debba avvenire.

Cosa cambia – La direttiva interviene sugli aspetti energetici degli edifici e sulle costruzioni. Il consumo di energia dovrà calare del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2050. In Europa quasi la metà degli edifici  oggi hanno un grande impatto sull’inquinamento: a questi sarà imposta una ristrutturazione. Tuttavia saranno i singoli Paesi a stabilire quali edifici vanno ammodernati. Le nuove costruzioni invece dovranno avere emissioni zero entro il 2030. Per quanto riguarda i pannelli solari, entro il 31 dicembre 2026 sarà obbligatorio installarli nei nuovi edifici pubblici e non residenziali che abbiano una copertura superiore a 250 metri quadri. Dal 2040 non saranno più prodotte né vendute caldaie alimentate a combustibili fossili. Dal 2025 stop agli incentivi agli impianti di riscaldamento che funzionano a metano, mentre i governi potranno agevolare i caloriferi che usano energia rinnovabile.

I fondi – Il Parlamento europeo non ha stanziato finanziamenti ad hoc per le case green. Gli Stati potranno però ricorrere a fondi europei come il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e ai Fondi di sviluppo regionale. Secondo quanto stimato dalla Commissione, ai singoli Stati serviranno 275 miliardi di euro ogni anno fino al 2030. Il Codacons ha calcolato che in Italia la riqualificazione delle abitazioni costerà in media tra i 35 e i 60mila euro. La spesa media per rimpiazzare la caldaia sarà invece di 16mila euro. A questo si aggiungono le voci relative agli edifici. Rifare il cappotto termico costa in media tra i 180 e i 400 euro, sostituire gli infissi 10-15mila euro. Un impianto fotovoltaico da 3kw invece costerebbe in media tra i 7.500 e i 10.500 euro.