«Più energia rinnovabile. Maggiore sovranità energetica. Meno gas serra. Transizione verde più veloce». La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha commentato così l’accordo provvisorio raggiunto tra il Consiglio europeo e l’Eurocamera dopo 15 ore di negoziati sull’utilizzo di energia verde da parte dei Paesi dell’Unione.
Secondo il compromesso – deciso nella notte tra il 29 e 30 marzo scorso – la UE punterebbe a incrementare al 42,5% il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2030. Un valore superiore a quello in vigore finora (32%) ma in aumento anche rispetto al piano proposto dalla Commissione nel 2021, che si fermava al 40%. Al centro della discussione anche la questione dell’energia impiegata dagli edifici e il settore dei trasporti. In sette anni la Commissione e il Parlamento prevedono l’introduzione di energia pulita in entrambi gli ambiti, raggiungendo rispettivamente il 49% e il 29% di quota di rinnovabili. «Un buon giorno per la transizione energetica dell’Europa» ha dichiarato l’eurodeputato del Ppe Markus Pieper. «Ci avvicinerà agli obiettivi climatici di Parigi e ridurrà la nostra dipendenza dagli altri». Propositi ancora non definitivi e che dovranno essere ratificati dalle stesse istituzioni europee.
Altri piani – Il compromesso rappresenta un ulteriore passo verso l’attuazione del Green Deal e del RePower Eu. Una riflessione condivisa anche dalla commissaria Ue all’energia Kadri Simson, che attraverso il suo profilo Twitter ha manifestato il suo entusiasmo sulla questione. Tra gli obiettivi comuni ai due progetti c’era una diffusione più rapida di fonti rinnovabili, nel tentativo di diminuire la presenza dele emissioni di gas serra del 55% e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.