La campagna elettorale francese incarnava la sfida per eccellenza del progetto europeo. E Marine Le Pen batte di misura Emmanuel Macron, con un’affluenza alle urne del 51%, record nelle tornate europee superiore alle ultime votazioni legislative del 2017. Il suo Rassemblement National arrivato primo davanti alla lista Renaissance, che raccoglieva il partito del presidente La République En Marche e i suoi alleati di governo. Una sconfitta per il presidente francese, che però ottiene un risultato migliore dei socialisti (oggi quasi scomparsi) di Hollande rispetto a cinque anni fa.

Sovranisti – Il suo Rassemblement National, un tempo noto come Front National è il partito più votato con il 25.62% dei voti, che si traducono in 22 europarlamentari. Meglio di così tra i sovranisti pare aver fatto solo la Lega di Matteo Salvini, che ha ottenuto due seggi in più. È comunque la seconda elezione europea consecutiva in cui Le Pen arriva prima, e il prezzo politico che vuol far pagare al governo è caro: «Chiediamo questa sera lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale».

Macron – La lista Renaissance si è fermata a 20 eurodeputati con il 21.27% dei voti, un valore non disprezzabile in termini assoluti. Ma nei mesi precedenti alle elezioni il presidente Macron aveva puntato molto su questo voto, cercando di lasciarsi alle spalle i mesi di proteste dei gilet gialli. La sconfitta perciò pesa soprattutto sul piano simbolico. «Quando arrivi secondo a un’elezione, non puoi dire che hai vinto», ha commentato il primo ministro Edouard Philippe, che ha invitato ad accogliere i risultati con umiltà.

Sorpresa dei verdi – L’altra sorpresa delle europee in Francia è il risultato ben sopra le attese dei verdi di Yannick Jadot, che ottengono il 12.54% dei voti e 12 seggi. I Républicains, il partito dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, crollano dal 20% delle presidenziali all’8.3% delle preferenze, con cui otterranno 7 seggi. Il tracollo peggiore, però, tocca alle forze della sinistra. France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che pure era al 20% due anni fa ora si ferma al 6.3%. Identica sorte per i socialisti francesi, ormai quasi scomparsi dalla scena, che superano la soglia di sbarramento con appena il 6.43% dei voti.