Non solo meno bambini. In Italia la denatalità in Italia colpisce anche il sistema economico. Nel 2022, sono 89.192 le nuove imprese, cioè 10.587 in meno (-10,6%) rispetto al 2021 e il -5,9% in meno anche rispetto al 2019. Sono i dati emersi dallo studio “Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up” condotto da Cerved, la tech company che fornisce informazioni finanziarie, strutturali e patrimoniali sulle imprese italiane. Lo studio analizza gli andamenti e le prospettive di 160 mila piccole e medie imprese.

FONTE: ANSA
Le categorie– La denatalità più marcata rispetto al 2021 riguarda le utility, cioè le aziende che offrono servizi ai cittadini. In questo ambito si registra il -28,9%, pari a 460 unità in meno e 117 milioni di fatturato sfumati. Calo anche delle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti, da 225 a 108 startup (-52%) e della vendita di gas, (-47,2%). Meno peggio il settore costruzioni, che registra “solo” il -5,8% rispetto al 2021: dato che potrebbe essere il risultato di scelte politiche come il Superbonus che, come rivelato dalla società di consulenza Nomisma, ha generato 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del Pil italiano.
Nota positiva l’aumento delle nuove imprese nel settore tecnologie per le telecomunicazioni, con un +96,4% di startup e nel settore del facility management, cioè le aziende che si occupano di erogare servizi all’impresa (+53,9%).
Effetti collaterali – Quando soffrono le imprese, soffre l’intero sistema economico del Paese perché, come spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, «le start-up negli ultimi 15 anni sono state il motore della crescita occupazionale. Le mancate nascite del 2022 rischiano di tradursi in 27.080 addetti in meno e in un calo di 2,5 miliardi di fatturato, perché le nuove società apportano ricchezza, dinamismo e competitività al sistema».
Nello studio di Cerved si legge che nel 2021 le start-up hanno promosso l’occupazione di 343.000 addetti. Nel 2020 le nuove aziende hanno fatto registrare un saldo occupazionale posiotivo pari a 185.000 unità. Mignanelli spiega che tra le ragioni alla base della denatalità rientrano «il peggioramento delle aspettative dovuto a guerra, crisi energetica e inflazione che hanno frenato l’iniziativa imprenditoriale».
Le regioni più colpite- A soffrirne di più, il Sud e le Isole. Nel Mezzogiorno la nascita di imprese è passata da 33.130 nel 2021 a 28.759 nel 2022, con un calo del 13,2%; Nel Nord Est da 15.609 a 14.033 imprese, con una diminuzione del 10%; stessa percentuale al Centro Italia dove si è passato da 24.612 a 22.128 start-up. Milano si conferma la città italiana più innovativa, cone un calo limitato a 358 nuove imprese rispetto al 2021, pari al -3,9%.