Bene l’onda verde, male l’aumento (seppur contenuto) dei populisti. Bene il (quasi) ritorno al bipolarismo, male le forti divisioni sul futuro dell’Europa. In poche parole: bene ma non benissimo. Così si potrebbe riassumere la visione che arriva dalla stampa americana delle elezioni europee: un passo nella giusta direzione ma non abbastanza da rassicurare. Il segnale migliore che queste elezioni potessero dare, nelle parole del New York Times è proprio che “Le forze anti EU rimangono separate e divise e avranno problemi a costituirsi come una forza di potere significativa”.

Italy and France – Il punto percentuale tra il partito di Marine Le Pen (23,3%) e  il partito del premier Macron En Marche (22,1%) è la più grande sconfitta di queste elezioni secondo gli opinionisti americani. Anche l’Italia preoccupa, la Lega non è passata inosservata, soprattutto il suo exploit degli ultimi 12 mesi: “una crescita tale non promette mai bene ma proprio la sua velocità sarà la sua debolezza. Basta un errore del leader e il partito si sfascia” racconta Chico Harlan, redattore del Washington Post. Piace molto l’affluenza, il dato più alto degli ultimi 20 anni rassicura: “C’è la volontà nei cittadini di combattere le destre anti europeiste, la maggioranza dei cittadini non è pronta a lasciar andare l’Unione Europea” continua Harlan dalle colonne del quotidiano della Capitale statunitense.

Spain and Germany –  “Sanchez è un uomo forte che ora ha anche il consenso per governare, la sua sarà la maggioranza spagnola più grande che si è mai vista al Parlamento Europeo”. Il New York Times affida a Rapael Minder il commento sui risultati delle elezioni spagnole. Il trionfo socialista è molto apprezzato da un quotidiano liberal come il Times e viene visto positivamente anche dal giornale della capitale. A mettere tutti d’accordo è la felicità per il trionfo dei verdi in Germania. “C’è aria di rinnovamento, la sinistra è verde e si sta svecchiando”, dice Griff White, corrispondente dall’Europa per il Washington Post “Il flop dei socialdemocratici speriamo sia una vera tendenza anticipatrice di come cambierà l’andamento della sinistra almeno nell’Europa del nord” continua White.

Oh Britannia – I risultati del Brexit Party di Nigel Farage (31,5%) non sorprendono. l’impatto sarà devastante sulla politica interna britannica con entrambi i partiti che si ritrovano sanguinanti e bisognosi di reinventarsi. Gli Stati Uniti ormai considerano la Gran Bretagna un’entità separata dall’Unione e non hanno intenzione di metterci becco nelle faccende interne, vorrebbero un nuovo asse Washington-Londra ma lasciano tutto nelle mani degli inglesi: “Il parlamento europeo sarà più confuso e difficile da controllare, la Gran Bretagna non giocherà più in quell’Arena” dicono dal Boston Herald.